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Home » L’angolo di don Diego » Favara incredula e sgomenta di fronte al gravissimo fatto di sangue.

Favara incredula e sgomenta di fronte al gravissimo fatto di sangue.

Valentina Alaimo Di Diego Acquisto
1 Dicembre 2022
in L’angolo di don Diego
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‎Favara incredula e sgomenta di fronte al gravissimo fatto di sangue. Ed il riferimento è a quanto  avvenuto nel pomeriggio di martedì, 29 novembre,  cioè l’assassinio,  per motivi, pare, davvero inconsistenti, di uno dei più noti, benvoluti e stimati professionisti della città. Cioè il cardiologo Gaetano Alaimo, freddato con alcuni colpi di pistola nel suo stesso posto di lavoro. Un evento criminoso, di eccezionale gravità,  su cui la Magistratura, con l’arresto del presunto responsabile,  sta indagando.
Un evento che si verifica appena il giorno dopo la notizia, che durante la notte tra sabato 27 e domenica 28 novembre u.s., tre colpi di pistola erano stati esplosi contro una jeep ed un magazzino di un imprenditore.

E la stampa, nel riportare la notizia del triplice colpo di pistola a scopo sicuramente intimidatorio,  aveva riferito della dura condanna del sindaco Antonio Palumbo. Che – con la sua consueta chiarezza – forse temendo un’escalation di violenza da parte di  una ristretta fascia di cittadini in genere allergica alla legalità in diversi campi, aveva, tra l’altro, testualmente dichiarato: “Non è pensabile e accettabile che a Favara possano continuare a tuonare le pistole. Basta”.  Ed in un altro passaggio, sempre il sindaco Palumbo:  “C’è ancora troppa gente convinta che la violenza sia una lingua accettabile, e noi siamo qui a dire a tutti loro, che non c’è più spazio a Favara per gente così. Favara non vi vuole, Favara non può più permettersi di rimanere ancorata ad un’arretratezza culturale che genera a sua volta miseria, degrado, distruzione”.

Nello stesso giorno di domenica 28 novembre 2022, – (vedi caso)-  Papa Francesco all’Angelus, sulla situazione generale dell’umanità, all’Angelus ammoniva: “La violenza uccide il futuro…” A margine di  quanto successo a Favara,  ci pare ovvio osservare che la stragrande maggioranza della popolazione favarese, fatta da persone perbene, è  rimasta incredula e  sgomenta. La richiesta del Sindaco Palumbo alle Autorità di competenza, di una maggiore presenza dello Stato in questa Favara, è stata accolta;  e se ne parlerà prossimamente in riunioni ristrette nelle opportune sedi. Lo Stato pare che davvero non abbia voglia di lasciar correre. Perché – come dice sempre  il Sindaco,  davvero in questa fascia, comunque  ristretta,  “c’è ancora troppa gente convinta che la violenza sia una lingua accettabile”.
Una convinzione che nell’agrigentino, è desiderio pressoché unanime, debba essere stroncata alla radice; forse a partire proprio da questo tessuto favarese, dove il procuratore Vella, parlando in generale, dice che si : “continua a registrare una incredibile disponibilità, e facilità nel reperimento ed utilizzo di armi clandestine”.
L’assassinio del cardiologo Alaimo, riporta Favara terribilmente indietro; richiama alla mente qualche data particolarmente negativa, come   il 5 maggio 1969 quando fu assassinato il Parroco don Giuseppe Seggio, o quel 22 aprile 1999, quando in una guerra di mafia rimase vittima un innocente  ragazzo di 11 anni di nome Stefano Pompeo.

E ci viene ancora da rinnovare l’appello per dire che Favara ha bisogno davvero di voltare pagina.Per questo si formulano auguri alle forze dell’Ordine, alla Magistratura, a tutte le Forze politiche e di governo che si vogliono seriamente impegnare a  contrastare, seriamente, le residue frange di tessuto sociale favarese che non vogliono rientrare  nella legalità, anche a costo di ricorrere alla violenza.Un impegno urgente questo del trionfo della legalità, che interpella la società civile, come  e quella ecclesiale,   per il buon nome di Favara. Che non merita di andare in cronaca per episodi  criminosi,
Si proprio così anche quella ecclesiale, perchè  ogni singolo battezzato e cresimato – (che vive coerentemente la sua fede, magari associato  nella varietà delle  tante aggregazioni culturali e di volontariato ) – deve sentirsi impegnato alla testimonianza di fede nella concretezza delle situazioni della vita. Dove, specie “la violenza” – come ammonisce Papa Francesco – davvero “uccide il futuro”, minando anche la fiducia reciproca,  che può crescere solo nel confronto franco e coraggioso, rispettoso delle diverse posizioni Per  un futuro nuovo di serenità, prosperità, benessere e pace. Che sono le mete che propone  la Chiesa di Papa Francesco,  in cammino sinodale.

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