L’idea parte dal presupposto che quando si potrà tornare a frequentare i locali pubblici, dai ristoranti alle pizzerie ma anche stadi, palazzetti dello sport e centri commerciali, assisteremo a un lento processo di ripristino della fiducia pesantemente intaccata dalle lunghe settimane di lockdown.
“Siamo pronti a ripartire rispettando le regole e la sicurezza ma ci mettano in condizioni di farlo”.
I fratelli Gabriele e Carmelo Arcieri, titolare della pizzeria La Giara” e dell’osteria del pesce Raranè, pensano alla ripartenza, nella consapevolezza che il vero rilancio non arriverà prima della fine dell’anno. In vista della riapertura pensano ad una serie di strumenti e misure da adottare per accogliere i clienti.
“Non vogliamo sussidi ma strumenti per far sopravvivere le nostre attività e rimettere in moto l’economia.
Abbiamo davanti una “fase 2” incerta e senza garanzie. La lunga chiusura imposta dalla pandemia ci ha tolto l’unica fonte di reddito e ha aumentato le spese – già consistenti – sostenute per il nostro progetto imprenditoriale: affitti, utenze, fornitori e tasse.
Il futuro ci riserva tanti dubbi. Altre spese per adeguarci alle normative sanitarie e una sicura contrazione degli incassi fra riduzione dei posti e minore voglia della gente di andare in giro.
L’idea è quindi quella di poter beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla Legge di bilancio 2020 (detrazione del 50%) per “dispositivi di sicurezza”, ma anche del taglio sui costi fissi.
“Il governo si faccia carico dei costi fissi che le attività dovranno sostenere nel 2020, solo così gli imprenditori torneranno a investire e l’economia potrà riaccendere i motori. Nell’interesse di tutti”.
Prende forma la ripartenza prevista per il 4 maggio tenendo sempre conto della necessità di procedere con “misure graduali” – dunque scaglionate nel tempo – per evitare che il contagio si impenni nuovamente. Se e quando riaprire negozi, bar e ristoranti è ancora tema molto dibattuto nel governo e tra gli esperti. Plausibile che si parta l’11 maggio, anche se c’è chi vorrebbe anticipare almeno l’asporto e chi, soprattutto per le attività più a rischio come i parrucchieri, posticipare al 18. Sulle misure severe da applicare, tavoli dimezzati e distanziati, camerieri in guanti e mascherine.
Per approfondire:
●“Raranè”: un’osteria del pesce a nord di Girgenti
●Covid-19, turismo, ristorazione e ripartenza: diretta live con Palma di Montechiaro
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