Il grande scrittore di romanzi gialli degli anni 30, un drammaturgo visionario che racconta sulla scena l’insensatezza del mondo dando vita alla cosiddetta categoria del “teatro della solitudine”. Il foyer “Pippo Montalbano” del teatro Pirandello di Agrigento, ieri pomeriggio , 21 aprile, ha ospitato il dibattito su “Cronache Agrigentine. Dalla realtà delle maschere di Pirandello alla realtà dell’assurdo di Ezio D’Errico.” L’incontro, organizzato dalla Fondazione Teatro Luigi Pirandello di Agrigento in occasione del 50° anniversario della morte dello scrittore Ezio D’Errico, nato ad Agrigento nel 1892, è stato patrocinato dal Comune di Agrigento e dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Quasi nessuno conosce questo autentico genio, che la sorte ha voluto far nascere ad Agrigento. Sfortunato in vita, avendo dato al teatro italiano una profondità di respiro e un’acutezza di analisi che non vennero comprese, lo fu ancora di più dopo la sua morte, quando venne dimenticato, sparito dalle scene e dai cataloghi. Ancora oggi si attende la sua riscoperta, e nel merito della sua figura il critico cinematografico, Beniamino Biondi ha raccolto numerosi materiali che lo riguardano, attorno ai quali sta lavorando per la pubblicazione delle sue opere complete e la messinscena teatrale delle sue opere che pongono lo scrittore ai vertici del teatro mondiale. All’incontro di ieri, moderato dal giornalista Luigi Mula, sono intervenuti: Salvatore Nocera Bracco, il componente del Cda a cui piace definirsi Medicartista, sul tema “Beckett, Camus, Jonesco ed Ezio d’Errico” e Beniamino Biondi, saggista, studioso e curatore della edizione delle opere complete di Ezio d’Errico. Quest’ultimo è intervenuto sul tema: “Ezio d’Errico autentico genio”.
VIDEO
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp