La delibera non è ancora pubblicata, ma le cifre circolano già. Ed è da qui che parte la presa di posizione di Roberta Zicari, che solleva dubbi e perplessità sulla gestione degli eventi di Natale e, in particolare, sul concerto di Capodannoprevisto ad Agrigento.
«Ancora una volta – osserva – la tassa di soggiorno viene impegnata senza alcun confronto con la Consulta per il Turismo». Secondo quanto appreso dopo un contatto telefonico con il dirigente al ramo, l’Amministrazione sarebbe pronta a destinare 121 mila euro per il solo cachet dell’artista, Noemi, utilizzando risorse che, di fatto, non sono ancora state incassate. Una scelta che comporterebbe l’anticipo dell’utilizzo della tassa di soggiorno addirittura al 2026.
Il costo complessivo dell’evento si attesterebbe intorno ai 220 mila euro. Una cifra che, oltre alla tassa di soggiorno, dovrebbe trovare copertura anche attraverso fondi che il Parco archeologico è tenuto per legge a riversare al Comune. Ma proprio su questo punto si concentra un ulteriore interrogativo: in quali tempi e con quali modalità il Parco potrà effettivamente sostenere queste iniziative. Un elemento tutt’altro che secondario, perché incide sulla reale disponibilità delle risorse e sulla sostenibilità dell’intera operazione.
«Sono somme che potrebbero essere impiegate anche in altro modo – sottolinea Zicari – ad esempio per migliorare l’arredo urbano, che è parte integrante dell’accoglienza turistica e della qualità della vita cittadina».
La critica, però, non è rivolta ai grandi eventi in sé. «Non sono contraria ai concerti o alle manifestazioni di richiamo – chiarisce – ma quando si utilizzano fondi pubblici serve programmazione, serve condivisione e serve soprattutto tempo. Gli eventi vanno pensati per tempo e pubblicizzati adeguatamente, altrimenti non attraggono flussi turistici e non generano economia per il territorio».
Una riflessione che va oltre il singolo appuntamento di Capodanno e investe il metodo con cui si governa una città chiamata ad affrontare la sfida di Agrigento Capitale italiana della Cultura. «Senza un cambio radicale del modo di amministrare – conclude Zicari – continueremo a spendere risorse senza trasformarle in crescita reale. E questa città non può più permetterselo».
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