Con la formula “per non ha avere commesso il fatto” i giudici della Corte di Appello di Palermo, accogliendo le richieste degli avvocati Maria Lina Faraci e Basilio Milio, in riforma della sentenza di primo grado, hanno assolto Giuseppina Danile, 50 anni, direttrice di Aci, dai reati di tentata truffa e sostituzione di persona. L’imputata, nonostante avesse respinto le accuse, era stata condannata dal giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Sciarrotta, alla pena cinque mesi di reclusione oltre che, al pagamento di 5mila euro, in favore della parte civile.
Danile era accusata di aver tentato di richiedere un finanziamento di 15.000 euro a nome di una donna, con indicazione del proprio Iban dove ricevere l’accredito. Accusa che scaturiva da una denuncia contro ignoti presentata dalla presunta vittima nel marzo del 2014, per essersi vista recapitare una richiesta di finanziamento avanzata all’Agos Ducato, mediante compilazione di un modulo on line, a proprio nome e con allegata la patente di guida, e con il numero del conto corrente della Danile, dove il finanziamento sarebbe dovuto confluire.
La Corte di appello di Palermo, ribaltando il verdetto del tribunale di Agrigento, ha ritenuto la totale estraneità di Danile ai contestati fatti, sia nella compilazione del modulo che nella richiesta del finanziamento.