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Home » top2 » Emergenza Aeroporti in Sicilia: tra disagi e disservizi, è tempo di una rivoluzione strutturale

Emergenza Aeroporti in Sicilia: tra disagi e disservizi, è tempo di una rivoluzione strutturale

Domenico Vecchio Di Domenico Vecchio
23 Luglio 2024
in top2, Editoriali
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La rete aeroportuale siciliana si conferma insufficiente per il traffico regionale, soprattutto nei periodi di grandi flussi e di alta stagione. La recente chiusura dell’aeroporto di Catania, causata dall’eruzione dell’Etna e dall’emissione di cenere vulcanica in atmosfera, come disposto dalla SAC (Società Aeroporto Catania), ha provocato il dirottamento di numerosi voli verso altri aeroporti, aggravando una situazione già critica per il turismo nell’isola.

La chiusura temporanea dell’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania ha causato una serie di dirottamenti su altri scali siciliani. Voli come il Ryanair da Bucarest a Catania, EasyJet da Londra e Lione, Eurowings da Colonia e Varsavia, Ryanair da Santiago di Compostela, Japan Airlines da Oulu, Vueling e LATAM Airlines da Barcellona, Iberia da Barcellona, e Qatar Airways Cargo da Barcellona hanno subito improvvisi cambi di destinazione. In molti casi, alcuni voli sono stati dirottati addirittura a Trapani, come il volo Ryanair da Londra, mentre altri, come il Danish Air da Lampedusa, sono stati reindirizzati a Comiso.

Questi spostamenti improvvisi hanno messo a dura prova la già fragile infrastruttura aeroportuale siciliana, evidenziando la necessità di un miglioramento e di un potenziamento strutturale per gestire efficacemente situazioni di emergenza. Il sistema aeroportuale siciliano, così com’è, sembra non essere all’altezza delle aspettative turistiche e delle necessità locali, causando non solo disagi ai passeggeri, ma anche ripercussioni negative sull’immagine della Sicilia come meta turistica affidabile.

Una delle voci più critiche emerse da questa situazione è quella di Daniela Garufi, una viaggiatrice che ha condiviso una drammatica esperienza personale all’aeroporto di Catania, sottolineando come la struttura sembri tutto fuorché internazionale. Daniela racconta di aver vissuto un vero e proprio incubo, fatto di file interminabili, servizi igienici insufficienti e un’aria condizionata inesistente. Ma ciò che l’ha colpita maggiormente è stata l’assoluta mancanza di supporto per i passeggeri con esigenze particolari.

“Trovo alquanto vergognoso definire internazionale l’aeroporto Vincenzo Bellini Fontanarossa di Catania. File interminabili ai bagni, impossibile trovare un posto per sedere, aria condizionata inesistente, ma la cosa più sconcertante è l’impossibilità dell’utilizzo dell’ascensore o altro mezzo che possa facilitare l’imbarco ad una donna sola con un neonato e una bambina di sei anni, con passeggino 3 pezzi e borsette varie.”

Daniela ha raccontato un episodio particolarmente frustrante avvenuto al gate 9, da cui era in partenza per Eindhoven. A causa di un guasto inspiegabile, il terzo pezzo del suo passeggino non poteva essere imbarcato in stiva, costringendola a trasportarlo personalmente. Inoltre, le è stato detto di scendere dalle scale per l’imbarco, nonostante il guasto dell’ascensore. Questa richiesta assurda è stata ulteriormente aggravata dall’atteggiamento indifferente del personale aeroportuale, che non ha offerto assistenza, nemmeno quando un altro passeggero e un’assistente di volo hanno chiesto aiuto.

“Potete gentilmente aiutare la vostra collega con il passeggino, per favore?” è stata la richiesta dell’hostess agli operatori dello scalo.

La risposta da parte di un operatore con giubbotto giallo è stata sconcertante:

“E chi mi cunta a mia signora?”

Un altro operatore ha suggerito sarcasticamente di utilizzare l’ascensore, nonostante Daniela avesse già spiegato che era fuori servizio.

“Da umana trovo aberrante la mancanza di umanità, da viaggiatrice trovo vergognoso e triste tutto l’accaduto, e tutto viene amplificato dal fatto di essere catanese. Non chiamatelo aeroporto internazionale, non illudetevi di esserlo.”

Queste parole forti non solo esprimono il disagio personale di Daniela ma riflettono un sentimento condiviso da molti viaggiatori che si trovano ad affrontare situazioni simili. La necessità di infrastrutture aeroportuali adeguate è fondamentale per sostenere il turismo, una delle principali risorse economiche dell’isola. Tuttavia, l’attuale stato delle cose solleva seri dubbi sulla capacità della Sicilia di gestire un afflusso di visitatori sempre crescente.

In risposta ai continui disagi, emerge sempre più forte la proposta di creare un grande hub aeroportuale regionale situato in una posizione centrale della Sicilia. L’idea è quella di collocare questo hub tra Enna e Caltanissetta, nei pressi dell’autostrada Palermo-Catania, per facilitare l’accesso dalle province di Enna, Caltanissetta, Catania e Agrigento.

La città di Agrigento ha lanciato una proposta concreta in tal senso, sostenuta dal Comitato Civico Aeroporto della Fascia Centro-Meridionale della Sicilia, presieduto da Angelo Principato. La proposta sottolinea la necessità di una nuova infrastruttura per alleviare i disservizi attuali e sostenere il crescente numero di turisti. Secondo il Comitato, la realizzazione di un aeroporto nella fascia centro-meridionale della Sicilia non solo migliorerebbe l’economia locale delle province di Agrigento e Caltanissetta, ma rappresenterebbe anche una soluzione pratica e immediata per i disagi lamentati.

Una ripartizione delle migliaia di viaggiatori su più scali, non solo agevolerebbe gli utenti che utilizzerebbero gli aeroporti più vicini alla loro destinazione finale, ma aiuterebbe la gestione delle strutture aeroportuali a mantenere un alto livello nei servizi, maggiore puntualità degli orari e un rapido deflusso delle masse di viaggiatori. Questo Comitato non ne fa una questione di sterile principio, pur potendosi rivendicare il diritto dei cittadini a questa indispensabile struttura, tanto che condivide e promuove l’ipotesi lanciata dal Presidente dell’Ordine degli Architetti, Ing. Rino La Mendola, favorevole alla creazione di due poli aeroportuali distinti in Sicilia.

Secondo la visione del Comitato, ci sarebbero due poli aeroportuali principali: il Polo aeroportuale della Sicilia orientale, con Catania come aeroporto principale e Comiso come aeroporto secondario, e il Polo aeroportuale della Sicilia occidentale, con Palermo come aeroporto principale e Trapani e Agrigento come aeroporti secondari. L’obiettivo è di razionalizzare e favorire gli arrivi e le partenze da e per la Sicilia senza soluzioni di continuità. In questo modo, entrambi i poli aeroportuali potrebbero fungere anche da hub di interscambio, offrendo supporto reciproco in caso di crisi in uno degli aeroporti maggiori.

Come evidenziato in premessa, le problematiche che spesso sorgono a causa delle eruzioni laviche dell’Etna rappresentano un esempio pratico di tale necessità. Queste eruzioni impattano sull’operatività dell’aeroporto di Catania, creando enormi negatività per la struttura ed evidenti disagi ai viaggiatori.

In conclusione, l’attuale situazione degli aeroporti siciliani mette in luce la necessità di una profonda revisione e modernizzazione delle infrastrutture, per supportare adeguatamente il turismo e l’economia dell’isola. Solo attraverso investimenti mirati e una visione strategica si potrà finalmente porre fine ai disagi che affliggono da anni i viaggiatori in Sicilia, restituendo fiducia e credibilità a una regione che ha tutte le potenzialità per essere una delle mete turistiche più ambite al mondo.

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