Emergenza acqua ad Agrigento: Turisti preoccupati, sindaco pronto a rinunciare al titolo di Capitale della Cultura. Ministro risponde all’appello mentre i residenti “impugnano” i bidoni
Tour operator e turisti individuali che avevano prenotato le loro vacanze presso strutture turistiche agrigentine si trovano ora a contattare gli operatori e a scrivere email per chiedere garanzie sulle riserve idriche. Alcuni operatori stanno addirittura mettendo per iscritto l’assicurazione che forniranno acqua ai propri ospiti, evidenziando di possedere riserve idriche ampie. Questa situazione è stata scatenata dalle dichiarazioni del sindaco di Agrigento, le quali, rapidamente diffuse sulla stampa nazionale, hanno creato allarme nel settore turistico.
Il sindaco, forse imprudentemente, ha dichiarato di essere disposto a rinunciare persino al titolo di “Capitale della Cultura” se non fosse garantito l’approvvigionamento idrico per i cittadini. Questo ha portato il ministro del Mare Musumeci, presente in città per un evento politico, a rispondere alle domande dei giornalisti in merito alla provocazione del sindaco Miccichè. Il ministro ha sottolineato l’importanza di investire nella costruzione di infrastrutture idriche, sottolineando che l’acqua non può essere creata e che è essenziale immagazzinarla durante le piogge attraverso la costruzione di dighe e serbatoi, oltre al rinnovo delle reti idriche.
Musumeci ha dichiarato: “Il sindaco sa che l’acqua non si fabbrica, l’acqua va immagazzinata quando piove ma se non costruiamo le dighe, se non facciamo i serbatoi nelle campagne e se non abbiamo la prudenza di rinnovare le reti idriche, anche se piove l’acqua arriva e se ne va e noi continuiamo ancora a guardarci in faccia e a dire meglio evitare. Io sono ottimista, Agrigento ha questa opportunità, smettiamola di stare davanti al muro del pianto e smettiamola di dire che è meglio rinunciare, abbiamo questa opportunità che capita ogni cento anni e continuiamo a discutere con i problemi, troveremo la soluzione”.
Mentre a Palermo cresce l’allarme, ad Agrigento l’emergenza è già una realtà tangibile. Per garantirsi riserve d’acqua, alcuni cittadini sono disposti a spendere fino a 1.000 euro. Il diminuito rifornimento idrico ha portato a una situazione che sembra ritornare a anni addietro, con i turni di erogazione che sono scesi da tre volte a una volta a settimana e spesso saltano del tutto. La situazione ha spinto i residenti a trovare soluzioni creative, come l’acquisto di serbatoi, autoclavi e contenitori d’acqua. In alcuni casi, si sono addirittura visti cittadini fare la fila per riempire bidoni alle fontane pubbliche, una scena che non si vedeva da decenni.
Cristiano Nasta, proprietario di un negozio nel cuore della città dei templi, commenta: “Sembriamo tornati a tanti anni fa. I turni di erogazione sono scesi drasticamente e spesso saltano del tutto. Bisogna avere riserve anche per dieci o quindici giorni. Ma in centro storico non ci sono spazi per grossi serbatoi, la gente si ingegna, magari montandone due. Chi è in periferia e spesso ha un giardino, compra anche contenitori da 1.000 o 2.000 litri. La spesa così va da 500 a 1.000 euro a famiglia”. Queste testimonianze dimostrano la gravità della situazione e l’impegno dei cittadini nel cercare soluzioni alternative per affrontare l’emergenza idrica.” (Foto autocisterna archivio)

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