Sono 29 su 43 i comuni della provincia di Agrigento che nel 2021 hanno superato il 65% di raccolta differenziata e 4 di questi (Villafranca, Calamonaci, Lucca Sicula e Camastra) sono addirittura Comuni Rifiuti Free, ossia comuni che hanno una produzione pro capite di rifiuti indifferenziati inferiore a 75 Kg. Tra i Comuni Virtuosi Sciacca con l’83% e Agrigento con il 71%, ma non mancano comuni che ancora sono al palo nella raccolta differenziata come Licata al 12% e Palma di Montechiaro, maglia nera regionale con un magro 3%. I comuni agrigentini, grazie all’impegno dei cittadini virtuosi, hanno comunque avuto riconosciuto dai Consorzi di filiera del riciclo oltre 4 milioni e mezzo di euro in corrispettivi. Questi alcuni dei dati che sono emersi nel corso dell’EcoForum provinciale sui rifiuti e l’economia circolare che si è tenuto a Ravanusa con l’obiettivo di costruire una visione comune strategica necessaria per realizzare i cantieri dell’economia circolare. All’incontro hanno partecipato amministratori locali, esperti e operatori del settore e i presidenti delle due SRR agrigentine. “Sono indubbiamente risultanti incoraggianti che ci indicano che siamo nella direzione giusta- dichiara Tommaso Castronovo, responsabile Rifiuti ed Economia Circolare di Legambiente Sicilia – ma bisogna fare sicuramente di più. Gli obiettivi selettivi previsti dalla normativa europea e dalla strategia nazionale per l’economia circolare ci obbligano a cambiare passo e ci spingono sempre di più verso il recupero di materia, sia a valle che a monte e ad un ricorso sempre più residuale alla discarica. Non basterà più, quindi, raggiungere il 65% di raccolta differenziata ma la misura di quanto i comuni siano stati efficaci e virtuosi sarà l’effettivo avvio a riciclo dei rifiuti. È quindi importante accelerare in questa direzione in cui i comuni devono continuare a svolgere insieme ai cittadini un ruolo straordinario”. Per questo occorre puntare ad una gestione integrata e innovativa dei servizi di raccolta che vada in direzione della riduzione della produzione dei rifiuti e del recupero spinto di materia, a partire dalla implementazione del porta-a-porta che favorisca sempre di più la raccolta monomateriale e dall’introduzione della tariffa puntuale che premia chi è in grado di produrre sempre meno rifiuti. Altre misure necessarie che Legambiente propone ai comuni riguardano la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, coinvolgendo attivamente in questo processo la piccola e grande distribuzione, l’apertura dei centri del riuso e di preparazione al riutilizzo per rimettere in circolo oggetti e beni che, anziché finire in discarica, potranno essere destinati a scopi sociali e a famiglie bisognose ed ancora. Accelerare, inoltre, sulla creazione di un mercato dei prodotti riciclati, attraverso gli acquisti verdi (GPP) e sull’introduzione dei CAM nei bandi della pubblica amministrazione. Così come è apparso altrettanto evidente, dall’intervento dei sindaci e dirigenti delle SRR, accelerare nella semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di riciclo, necessari per una gestione efficiente ed economicamente sostenibile del ciclo integrato dei rifiuti. È emblematico che gli impianti per il trattamento dell’organico da realizzare in provincia di Agrigento, pur essendo da tempo inseriti nei piani di finanziamento della Regione, abbiano dovuto subire almeno 3 revisioni dei prezzi a causa proprio dei ritardi nel rilascio delle autorizzazioni con evidente aumento complessivo dei costi. “All’assessore Regionale Roberto Di Mauro– dichiara Giuseppe Alfieri presidente regionale dell’associazione – chiediamo un impegno concreto per ridurre drasticamente i tempi delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti industriali per il riciclo, quelli attualmente in istruttoria alla regione e quelli che saranno finanziati dai fondi del PNRR e che dovranno giocoforza concludersi entro il 2026”. Altrettanto fondamentale, per ridurre i costi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti e conseguenzialmente la tariffa sui rifiuti a carico dei cittadini, sarà intervenire sulla governance del sistema riducendo le SRR a 5 come richiesto dalla corte dei conti ed eliminare i 280 ARO, di cui 26 operanti nella sola provincia di Agrigento, riportando le competenze agli ambiti ottimali con evidenti ritorni nelle economie di scala.
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