Ogni anno nelle carceri italiane si suicidano decine di detenuti. Nel 2022 sono già 70, le persone che si sono tolte la vita in carcere. Molti erano giovani, avevano una vita davanti. O forse no. Il nuovo romanzo di Carmelo Sardo, in uscita il prossimo 25 novembre, intitolato “Dove non batte il sole” (Bibliotheka Editore, 336 pagine, 17 euro) è anche dedicato alla loro memoria. Il tema del nuovo lavoro editoriale, infatti, da sempre molto caro al giornalista agrigentino, è quello del carcere e dell’ergastolo ostativo.
“Sono più di dieci anni, da quando nel 2010 è uscito il mio primo romanzo, “Vento di tramontana”, ambientato in un carcere di massima sicurezza – spiega Carmelo Sardo – che, fatalmente e inevitabilmente, mi sono appassionato alle storie di chi ha sbagliato e paga con la detenzione e in cella avvia un serio percorso di resipiscenza, attraverso la cultura, la restituzione (come mi ha insegnato il mio amico empedoclino Giuseppe Grassonelli con cui ho scritto “Malerba”) la collaborazione sociale”.
“Ho visitato decine e decine di carceri – continua Sardo. – Vi ho presentato i miei libri. Ho partecipato a convegni e a dibattiti nei nostri penitenziari, da nord a sud. In uno, in particolare, il carcere di Sulmona, con il regista Toni Trupia, abbiamo girato alcune riprese e raccolto la preziosa testimonianza di Giuseppe Grassonelli per il docufilm “Ero Malerba”. Ho conosciuto centinaia di detenuti. Con alcuni di loro ho una fitta corrispondenza. Con altri ho fatto lunghi colloqui. Molti mi hanno affidato le loro confidenze. Le loro storie. Alcuni mi hanno mandato manoscritti per esorcizzare il proprio passato di orrori. Altri ancora mi hanno proposto di scrivere un libro sulle loro vite. Confesso che mi sono ritrovato sommerso e immerso in mille storie diverse, tutte tormentate e dolorose, ma cariche di speranza. Ho letto, ho ascoltato, ma non riuscivo a decidermi sulla storia che meritasse di diventare un libro. Alla fine, ho fatto una scelta: ho isolato tre di queste storie, di altrettanti detenuti, le ho miscelate e costruite attorno a personaggi fittizi, ma non troppo. Ed è venuto fuori questo libro. Tutto quello che ho narrato in “Dove non batte il sole” è, più o meno, accaduto realmente, anche se in contesti diversi, a persone diverse, con sviluppi diversi. Chiunque abbia vissuto storie analoghe si potrà riconoscere, ma nessuno dei personaggi che ho creato esiste davvero. Sono esistite e continuano ad esistere le loro storie. Storie di omicidi efferati, di giustizia negata, di errori e di soprusi. Di condanne spropositate, se non immeritate. Storie di uno Stato qualche volta distratto, qualche altra complice; che avalla patti scellerati, insensibile e tracotante; che non sa difendere i propri figli, anche e soprattutto coloro che sbagliano. Ma che sa riconoscersi anche nei suoi uomini e nelle sue donne migliori, che si battono per far trionfare infine la vera giustizia”.
Il romanzo, composto da 55 racconti che sostanzialmente formano i capitoli della storia, è ambientato nella località siciliana immaginaria di Rammusa, “una via di mezzo – spiega Carmelo Sardo – tra Ragusa e Ravanusa, così come soleva fare, ambientando i suoi romanzi in Sicilia, il nostro Andrea Camilleri”.
A Rammusa, nella Sicilia barocca dove la mafia non spara e non ammazza più da anni, vengono assassinati marito e moglie nella loro gioielleria. Si pensa a una rapina finita male,
ma il magistrato che indaga sospetta di Stefano, il giovane figlio della coppia, studente universitario. Per lui comincia un pesante calvario. Confidava nello Stato per fare giustizia, invece, è costretto a liberarsi di un’accusa infamante. Per farlo, Stefano è tentato di cedere a logiche che ha sempre eticamente respinto. Sa che esistono ancora uomini potenti, che si muovono nell’ombra per garantire tranquillità nel proprio paese. Don Tano Culella è uno di questi. È un boss vecchio stampo che vuole scoprire chi abbia osato
fare una cosa simile nel suo paese. E quando viene a sapere che il principale sospettato è Stefano, capisce che qualcosa non quadra. Conosce quel ragazzo da quando era un bambino, abitano nello stesso palazzo. Fatalmente, i destini di don Tano e di Stefano si incroceranno, perché hanno lo stesso obiettivo: la ricerca della verità, a qualsiasi costo. Nella vita tormentata di Stefano, spunta Costanza figlia di un appuntato della Penitenziaria, che fa volontariato in carcere e si batte per l’affermazione dei diritti dei detenuti e del loro recupero. Un romanzo come detto, che prende spunto da storie realmente accadute, in cui emergono le storture di una giustizia con le sue lacune e le sue incongruenze. Un romanzo civile, di impegno sociale che affronta ed elabora i temi di scottante attualità del sistema penale italiano che contempla il fine pena mai: una pena di morte in vita.
“Quel che sappiamo – continua il giornalista scrittore – è che ci sono quasi mille e trecento persone condannate all’ergastolo «ostativo» sepolte nelle nostre carceri. C’è perfino chi è andato ben oltre i trent’annidi galera. E non solo si è recuperato, ma ha preso non una, ma due lauree. Sono altri uomini, non sono più il reato che hanno commesso. Ma non ancora per lo Stato italiano”.
La bella e accattivante foto in copertina è di Giusi Bonomo e riprende un’opera artistica situata a Scicli. La prima presentazione ufficiale del nuovo romanzo avverrà quasi contestualmente all’uscita del libro, a Roma, in occasione della fiera “Più libri più liberi”. Poi Carmelo Sardo, com’è consuetudine, partirà per una lunga tournée letteraria in giro per l‘Italia, in particolare al Sud dove annovera il maggior numero di lettori. Naturalmente tra le prime località dove si presenterà il romanzo, ci sarà Agrigento, città che ha visto nascere l‘autore e formarsi professionalmente presso l‘emittente televisiva “Teleacras”.
Carmelo Sardo, particolarmente amato dai lettori, è uno dei più acuti e appassionati scrittori di storie di mafia e di riscatto. Da quasi quarant’anni si occupa di cronaca. Per quindici anni lo ha fatto dalla Sicilia. Successivamente, dopo due stagioni come inviato del programma Rai “Cronaca in diretta”, il passaggio al “Tg5” dove lavora da venticinque anni ed è oggi caporedattore cronache. Ha esordito nella narrativa con il romanzo “Vento di tramontana” (Mondadori 2010). Nel 2014 con il memoir “Malerba” (Mondadori), scritto con l’ergastolano Giuseppe Grassonelli in cui si narra la sua potente storia, vince il prestigioso “Premio Sciascia”. La sua terza opera di narrativa “Per una madre” (Mondadori 2016), si ispira al suo romanzo d’esordio. Nell’aprile 2017 esce il suo quarto libro “Cani senza padrone. La stidda. Vera storia di una guerra di mafia” (Melampo editore). Nel luglio del 2021 pubblica con Zolfo editore “L’arte della salvezza – storia favolosa di Marck Art”. Infine il 25 novembre, è atteso il suo ultimo “Dove non batte il sole”.