Disabili torturati e i video pubblicati da uno dei tre indagati sul proprio profilo Facebook, con tanto di faccina sorridente e la didascalia: “Imballaggio Bartolini, consegniamo pacchi in tutta Italia”. Il sostituto procuratore generale di Palermo, Carlo Lenzi, ha chiesto la conferma delle quattro condanne decise in primo grado dal Gup di Agrigento, Francesco Provenzano, nei confronti di 4 licatesi. Per la prima volta è stato riconosciuto il reato di tortura.
Chiesta la conferma della pena a 9 anni di reclusione per Antonio Casaccio, 28 anni; 7 anni per Gianluca Sortino, 25 anni; 8 anni per Jason Lauria, 27 anni, e 7 anni per Angelo Marco Sortino, 38 anni.
Tre i disabili che secondo l’accusa sarebbero stati sequestrati, umiliati, picchiati a calci, pugni e bastonate, e in alcuni casi torturati, nelle proprie abitazioni o per strada, e il tutto ripreso con dei telefoni cellulari, e i video diffusi in rete, sui social, anche con titoli di derisione. Le vittime hanno confermato le accuse in occasione dell’incidente probatorio.
L’udienza è proseguita con l’arringa difensiva dell’avvocato Giovanno Castronovo, legale di Casaccio, che ha chiesto la riqualificazione del reato, da tortura a quello meno grave di lesioni, e la riapertura del dibattimento, con la nomina di un medico legale, per verificare lo stato di invalidità di una delle vittime.
Subito dopo ci sono stati gli interventi conclusivi degli avvocati Giuseppe Glicerio, che difende Angelo Marco Sortino, e Dario Crocifisso Granvillano, legale di Lauria. Si torna in aula il 30 gennaio per l’arringa degli avvocati difensori Santo Lucia e Giuseppe Vinciguerra, poi la sentenza.
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