Dipendenti precari dell’Iacp in agitazione per il futuro occupazionale

AGRIGENTO. I dipendenti dello IACP di Agrigento si sono riuniti in assemblea per discutere sullo stato di grave confusione gestionale in cui da mesi versa oramai  l’Istituto. Manlio Cardella Segretario Provinciale Confael ha già  avanzato richiesta d’incontro  all’Assessore Reg.le alle Infrastrutture  Marco Falcone  denunciando una grave situazione  che si riverbera su tutto il personale dell’ Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento, causando disfunzioni all’azione amministrativa ed  ai servizi resi alle fasce più deboli. Dopo l’apertura di un apposito tavolo tecnico tra Amministrazione e OO.SS. sembrava certa la stabilizzazione di 22 precari di categoria C e D nonchè la  ricontrattualizzazione  a full-time del personale già stabilizzato nel 2012 a 24 ore.

 

Pur nel conforto della normativa vigente i lavoratori precari, vedono l’approssimarsi dell’eventualità anche del loro licenziamento. Questi dipendenti non possono lavorare con il capestro della integrazione oraria, hanno bisogno di certezze, vanno assunti a 36 ore settimanali poiché, continua Cardella slittando ancora in avanti la stabilizzazione, l’entrata in vigore della quota 100 causerà gravi carenze d’organico di cui ne risentiranno pesantemente tutti i settori di attività dell’Iacp.

Serpeggia comprensibilmente  una crescente  insicurezza  che potrebbe sfociare anche in comprensibili azioni di sciopero di tutto il personale visto  il diffondersi del malcontento anche tra i dirigenti  destinatari di apposite deleghe operative.   I quali pur  proseguendo ad assicurare le loro  prestazioni , senza percepire il corrispettivo correlato,  lamentano la mancata attivazione delle  strutture organizzative nonostante l’adozione da parte dello IACP della delibera n.15/2019 e della determina 189/2019.  Ad aggravare lo stato di tensione si aggiunge  il mancato pagamento delle spettanze  economiche per progetti obiettivi già esperiti nel 2018”.

                                   

La situazione caotica dello IACP di Agrigento,  accomuna  tutti i 10 istituti dell’isola. Già la discrasia tra il numero delle ex Provincie e quello degli Istituti riassume per certi versi l’attenzione altalenante che la politica siciliana ha avuto nei confronti del social housing. In tutta Italia gli Istituti sono stati riformati per adattarsi alla carenza dei finanziamenti pubblici e all’evoluzione della società, anche la Campania è ferma alla struttura prevista dalla legge 865/71.   Non si può non rilevare un’altra anomalia degli istituti autonomi per le case popolari della nostra Regione, che benché siano ricompresi nell’alveo degli enti di cui all’art.1 della Legge Regionale 15 maggio 2000 n. 10 non applicano tutti i contenuti previsti della normativa.

 

Confael, continua Cardella,  sottoporrà  all’Assessore Regionale Falcone  anche il delicato tema  dei bilanci previsionali e consuntivi degli Iacp, sulle cui procedure necessita attivare un apposito tavolo  allargato alle organizzazioni sindacali.

 

In ultimo auspichiamo una presa di coscienza seria ed obiettiva da parte di tutti i lavoratori precari, nonché dei dirigenti sulla necessità di cambiare passo alle forme di rivendicazione dei diritti acquisiti e non goduti.

Riteniamo sia opportuno che anche le istituzioni, con in testa la Prefettura, seguano con la dovuta attenzione l’evoluzione della situazione all’interno dello IACP.  Il cui fermo delle attività potrebbe arrecare pesanti disfunzioni ai servizi all’utenza.