Giudizio duro e negativo sul comportamento dell’Europa del Cardinale Montenegro. Benefico e risolutivo l’intervento della Chiesa.
Duro, negativo, ma veritiero e senza sconti, il giudizio sull’Unione Europea (UE) del nostro cardinale don Franco Montenegro.
Il quale dopo avere espresso la sua opinione dicendo “Credo che l’Europa non ci sia”, ha chiarito meglio il suo pensiero affermando : “La somma di tanti egoismi non fa comunità. Il dare agli altri il peso di affrontare problemi che sono di tutti, non è trovare soluzioni”. E ci viene subito logicamente da aggiungere che un tale tipo di Unione Europea non può affatto dirsi Comunità.
E ciò in riferimento al comportamento dell’UE da dove non sono affatto arrivate le buone notizie; quelle che finalmente si attendevano come criterio generale sulla redistribuzione dei migranti e sul problema particolare della nave Diciotti, ormeggiata già da diversi giorni nel porto di Catania.
Per la quale nave, il Ministro Salvini non aveva dato e continuava quindi ancora di più a negare l’autorizzazione allo sbarco, dopo il contraddittorio atteggiamento dei responsabili dei vari Stati, membri dell’UE.
“Un ’Europa un po’ vile – aggiungeva perciò a buon ragione ancora Montenegro – che non vuole guardare la realtà e si preoccupa solo dei propri interessi”.
Parole dure e schiette, secondo il suo stile, del nostro don Franco che non potevano cadere nel vuoto, a parte poi tutte le altre opportune considerazioni umanitarie che aggiungeva; e che offrendole alla responsabile riflessione di tutti, trovavano dovunque condivisione, considerazione ed accoglienza, senza se e senza ma.
Sappiamo bene il peso del Cardinale Montenegro, arcivescovo-metropolita di Agrigento, già Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e presidente della fondazione Migrantes, e membro del Pontificio consiglio “Cor Unum“. Per nomina pontificia ha partecipato alla XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi nel 2015, attuale Presidente di Caritas Italiana e della Consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali, sempre in profonda e costante sintonia con Papa Francesco.
Specie dopo il recente comportamento dell’UE, davvero una situazione terrificante di stallo, umanamente davvero intollerabile, quella della Diciotti, con il suo carico umano, al centro di un assurdo braccio di ferro.
Da una parte l’ UE, chiusa nel suo egoismo, e dall’altra parte l’ Italia, rappresentata dal nuovo Governo giallo-verde, con un punto preciso nel contratto di Governo su cui ha ricevuto la fiducia del Parlamento, riguardante proprio il problema dell’immigrazione clandestina. Un punto sostenuto e portato tenacemente avanti da uno dei leader del contratto, cioè Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno.
Ed a questo punto, di fronte al peggio, per sbloccare la situazione, ecco l’intervento benefico e determinante della CEI, in cui sicuramente una parte non secondaria l’ha avuta il nostro Don Franco.
La disponibilità cioè della Chiesa di farsi carico come Caritas italiana di un centinaio di emigranti della Diciotti, a cui per il resto si è aggiunta la disponibilità, dell’Albania (20 emigranti ) e dell’ Irlanda – (dove in quel momento si trovava Papa Francesco) – per i rimanenti 25.
Una risposta concreta, da tutti apprezzata, questa della Chiesa italiana, dell’Irlanda e dell’Albania. Una risposta che dovrebbe servire a scuotere tutti i paesi membri dell’UE e riavviare la speranza , evitando chiusure e barriere. Anzi, aprendo la porta del cuore e stimolando di più l’intelligenza a trovare subito modi e tempi per avviare a soluzione in maniera strutturale il gravissimo problema dell’emigrazione, che non è risolvibile da un solo Stato.
Per questo, meditando ed accettando la lettura di don Franco sull’Europa, bisogna lavorare tutti insieme perché l’UE esista. Anzi deve esistere, ma non essere “una somma di egoismi”.
Come raggiungere questo obiettivo ? Questo, al netto di tutto, è il vero problema.
L’esperienza, la saggezza e la spiritualità condensate nella DSC – (dottrina sociale della Chiesa … tratta dai principi ispiratori del Vangelo) – possono sicuramente dare un contributo.
Riguardo al comportamento del Ministro Matteo Salvini, credo che buona parte degli italiani, oltre a quelli che lo hanno recentemente votato il 4 marzo u.s., giudicano magari che sbaglia, anche spesso nelle parole, negli atteggiamenti e nel metodo, ma non nell’obiettivo di fondo. Che è quello da perseguire senza perdere altro tempo se si ha umanità vera e sincero schifo per tutti gli intrallazzi che ruotano attorno a questi disperati del mare… cioè il coinvolgimento responsabile, concreto, fattivo e non parolaio dell’UE.
Perciò, tutti assieme. E anche senza rinunciare alla propria appartenenza politica, bisogna trovare il metodo migliore , ma incisivo, più adatto ed efficace per aiutare l’UE a capire, a maturare, ed a vincere l’egoismo ; ed essere – cosi come si afferma sulla carta ed a parole – davvero una comunità.
Una COMUNITA’ vera e propria, deve essere e divenire l’UE … se necessario rifondandola.
Appare perciò indispensabile non seguire la linea politica del passato (remoto, prossimo e recente), che non solo non ha prodotto frutti, ma che forse è servita solo a favorire, rafforzare e far rinchiudere l’Europa nel suo comodo egoismo.
Diego Acquisto
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