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Home » L’angolo di don Diego » Diciotti, duro e negativo il giudizio sull’Europa del Cardinale Montenegro

Diciotti, duro e negativo il giudizio sull’Europa del Cardinale Montenegro

6 Settembre 2018
in L’angolo di don Diego
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Giudizio duro e negativo sul comportamento dell’Europa del Cardinale Montenegro. Benefico e risolutivo l’intervento della Chiesa.

Duro, negativo, ma  veritiero  e senza sconti, il giudizio sull’Unione Europea (UE) del nostro cardinale don Franco Montenegro.

Il quale  dopo avere espresso la sua opinione  dicendo “Credo che l’Europa non ci sia”, ha  chiarito meglio il suo pensiero affermando : “La somma di tanti egoismi non fa comunità. Il dare agli altri il peso di affrontare problemi che sono di tutti, non è trovare soluzioni”. E ci viene subito logicamente da aggiungere che un tale tipo di Unione Europea non può affatto dirsi Comunità.

E ciò in riferimento  al comportamento dell’UE da dove non sono affatto  arrivate le buone notizie; quelle  che finalmente  si attendevano come criterio generale sulla redistribuzione dei migranti e sul problema particolare della nave  Diciotti, ormeggiata già da diversi giorni nel porto di Catania.

Per la quale nave,   il Ministro Salvini non aveva  dato e continuava quindi ancora di più a negare  l’autorizzazione allo sbarco, dopo il contraddittorio atteggiamento dei responsabili dei vari Stati, membri dell’UE.

 “Un ’Europa un po’ vile – aggiungeva perciò a buon ragione  ancora Montenegro – che non vuole guardare la realtà e si preoccupa solo dei propri interessi”.

Parole dure e schiette, secondo il suo stile,  del nostro don Franco che non potevano cadere nel vuoto, a parte poi  tutte le altre  opportune considerazioni umanitarie che aggiungeva; e che  offrendole alla responsabile riflessione di tutti, trovavano dovunque condivisione,  considerazione ed accoglienza, senza se e senza ma.

Sappiamo bene il peso del Cardinale Montenegro, arcivescovo-metropolita di Agrigento, già  Presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e presidente della fondazione Migrantes,  e membro del Pontificio consiglio “Cor Unum“.  Per  nomina pontificia ha partecipato alla XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi nel 2015,  attuale  Presidente  di Caritas Italiana e della Consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali,  sempre in profonda e costante  sintonia con Papa Francesco.

Specie dopo il recente comportamento dell’UE,  davvero una situazione terrificante di stallo, umanamente davvero intollerabile,  quella della Diciotti, con il  suo carico umano,  al centro di  un assurdo braccio di ferro.

Da una parte l’ UE, chiusa nel suo egoismo,  e dall’altra parte  l’ Italia, rappresentata dal nuovo Governo giallo-verde, con un punto preciso nel contratto di Governo su cui ha ricevuto la fiducia del Parlamento, riguardante proprio il problema dell’immigrazione clandestina. Un punto  sostenuto e portato tenacemente avanti da uno dei leader del contratto, cioè  Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio e  Ministro dell’Interno.

Ed a questo punto,  di fronte al peggio, per sbloccare la situazione, ecco l’intervento benefico e determinante  della CEI, in cui sicuramente una parte non secondaria l’ha avuta il nostro Don Franco.

La disponibilità cioè della Chiesa  di farsi carico come Caritas italiana di un centinaio di emigranti della Diciotti,  a cui per il resto si è aggiunta la disponibilità, dell’Albania (20 emigranti ) e dell’ Irlanda – (dove in quel  momento si trovava  Papa Francesco) –  per i rimanenti 25.

Una risposta concreta, da tutti apprezzata,  questa della Chiesa italiana, dell’Irlanda e dell’Albania. Una risposta che dovrebbe servire  a scuotere tutti i paesi membri  dell’UE e   riavviare  la speranza , evitando chiusure e barriere. Anzi,  aprendo  la porta del cuore e stimolando di più  l’intelligenza a trovare subito  modi e tempi per avviare  a soluzione in maniera strutturale il  gravissimo problema dell’emigrazione, che  non è  risolvibile da un solo Stato.

Per questo,  meditando ed accettando la lettura di don Franco sull’Europa,  bisogna lavorare  tutti insieme perché l’UE  esista. Anzi deve esistere, ma non essere “una somma di egoismi”.

Come raggiungere questo obiettivo ?  Questo, al netto di tutto, è  il vero problema.

L’esperienza, la  saggezza e la spiritualità condensate nella DSC – (dottrina sociale della Chiesa … tratta dai principi ispiratori del Vangelo) –   possono sicuramente dare  un contributo.

Riguardo al comportamento del Ministro Matteo Salvini,  credo che buona parte degli italiani, oltre  a quelli che lo hanno recentemente votato il 4 marzo u.s.,  giudicano magari che sbaglia, anche  spesso nelle parole, negli atteggiamenti e nel metodo, ma non nell’obiettivo di fondo.  Che è quello da perseguire senza perdere altro tempo se si ha umanità vera e sincero schifo per tutti  gli intrallazzi che ruotano attorno a  questi disperati del mare… cioè il coinvolgimento responsabile, concreto,  fattivo e non parolaio dell’UE.

Perciò, tutti assieme. E anche senza rinunciare alla propria appartenenza politica, bisogna trovare il metodo migliore , ma incisivo, più adatto ed efficace  per aiutare l’UE a capire, a maturare, ed a vincere l’egoismo ; ed essere  – cosi come si afferma sulla carta ed a parole  –  davvero una comunità.

Una COMUNITA’ vera e propria,  deve essere  e divenire l’UE … se necessario rifondandola.

Appare perciò indispensabile non seguire la linea politica del passato (remoto,  prossimo e recente), che non solo non ha prodotto frutti, ma  che  forse è servita solo a favorire, rafforzare e far rinchiudere l’Europa nel suo comodo egoismo.

Diego Acquisto

 

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