I legali difensori degli imputati, gli avvocati Luigi Troja e Antonietta Pecoraro non hanno chiesto riti alternativi, e il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per l’ex impiegato delle Poste di Favara, Pasquale Di Stefano, 63 anni, e per una coppia, residente a Catania, che avrebbe estorto all’incirca 250 mila euro, proprio all’ex impiegato infedele. L’approfondimento dibattimentale si terrà dinnanzi il collegio dei giudici del Tribunale di Agrigento, presieduto da Wilma Angela Mazzara. A Pasquale Di Stefano viene contestata l’accusa di peculato, e quella di atti sessuali con una minore di 14 anni, che avrebbe adescato dopo essersi fotografato i genitali col cellulare, e avrebbe mostrato l’immagina alla ragazzina, dicendole di “farla vedere alla madre”.
Di Stefano, nel corso di circa sette anni, avrebbe sottratto a più riprese, euro più, euro meno, 570 mila euro dai conti correnti di una sessantina di ignari suoi compaesani, lasciandoli con un pugno di mosche in mano, e facendo poi perdere le proprie tracce. Quei soldi, però, non sono finiti tutti nelle sue disponibilità. Una buona parte, 250 mila euro circa, sarebbero finiti nelle tasche della coppia di coniugi. All’impiegato postale sono stati sequestrati beni per un valore di 537 mila euro: 9 immobili, alcuni rapporti bancari, 3 rapporti assicurativi, e 2 automezzi.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
