È diventato esecutivo il decreto ingiuntivo presentato dall’Università di Palermo nei confronti del Consorzio Universitario Empedocle della provincia di Agrigento. Un debito milionario, pari a circa 8 milioni di euro, che l’ateneo palermitano rivendica da anni e che adesso rischia di mettere seriamente in ginocchio il polo agrigentino. La notifica del provvedimento apre uno scenario critico per l’ente, che si trova a dover affrontare una procedura esecutiva con la concreta possibilità di pignoramento dei beni.
La vicenda è stata al centro di una recente assemblea dei soci del consorzio, convocata per discutere le prossime mosse in questa delicata fase. Durante l’incontro, il legale dell’ente ha illustrato ai presenti le strade percorribili per tentare di evitare le gravi conseguenze economiche che potrebbero derivare dall’attuazione del decreto ingiuntivo.
L’ipotesi ritenuta al momento prioritaria è quella della mediazione. Si punta ad avviare un dialogo formale con l’Università di Palermo per cercare una soluzione transattiva, che possa scongiurare l’avvio della procedura di pignoramento. Un passaggio considerato cruciale per garantire la continuità delle attività del consorzio e per salvaguardare l’offerta formativa sul territorio. Qualora il tentativo di conciliazione dovesse fallire, il consorzio potrebbe valutare il ricorso al giudice ordinario per opporsi alla richiesta o per rinegoziare l’entità del debito.
Il maxi debito si è formato negli anni a seguito degli accordi di collaborazione stipulati tra il consorzio e l’Università di Palermo per consentire l’attivazione e il mantenimento dei corsi universitari nella provincia di Agrigento. Rapporti che nel tempo si sono progressivamente deteriorati anche a causa delle difficoltà finanziarie del polo agrigentino, che oggi si trova a dover fare i conti con una situazione debitoria difficilmente sostenibile.
La tenuta economica dell’ente è ora messa seriamente a rischio. Un pignoramento, infatti, potrebbe bloccare le risorse e compromettere la possibilità di proseguire le attività istituzionali, mettendo in discussione l’esistenza stessa del consorzio. L’assemblea dei soci, pur consapevole della gravità del momento, ha manifestato la volontà di esplorare ogni strada possibile per evitare il collasso finanziario.
Tra le decisioni adottate nel corso della riunione, c’è anche quella di restituire formalmente all’Università di Palermo l’immobile di via Atenea, nel cuore del centro storico di Agrigento, storica sede di alcune attività universitarie locali. L’edificio, attualmente in fase di ristrutturazione, è stato recentemente interessato da un crollo all’interno della corte. Sull’episodio sta indagando la Procura della Repubblica di Agrigento, che ha aperto un fascicolo per accertare le cause e le eventuali responsabilità legate al cedimento.
La riconsegna dell’immobile rappresenta, per il consorzio, una scelta obbligata anche per alleggerire il proprio carico gestionale e per evitare ulteriori oneri di manutenzione e responsabilità civili connesse alla struttura. La decisione è stata condivisa dai soci come parte di un piano più ampio di riorganizzazione, nel tentativo di concentrare le risorse disponibili sulle attività essenziali e di mettere in sicurezza quanto ancora può essere salvato. Nei prossimi mesi sarà decisivo capire se la via della mediazione potrà realmente portare a un accordo tra le parti, evitando l’escalation giudiziaria.
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