Il 28 dicembre a Le Fabbriche – Fondazione Orestiadi, si è concluso l’evento nazionale sostenuto dal MiC, “Ciascuno a suo modo – da Pirandello alle Human Library”, con la direzione artistica di Pascal La Delfa. L’evento ha attraversato sei regioni italiane in tre mesi, per concludersi nella città natale dell’autore Premio Nobel, in concomitanza con l’apertura di “Agrigento Capitale della Cultura 2025”; celebrando così la Sicilia e Luigi Pirandello, a 100 annidalla prima rappresentazione di “Ciascuno a suo modo”, con la voce fuori campo di Gianfranco Jannuzzo nella parte dell’Autore, la compagnia “I vetri blu”, la drammaturgia di Liv Ferracchiati, la regia di Ilenia Costanza e i racconti dei “libri viventi”.
Il responsabile delle attività culturali e artistiche delle Fabbriche, Beniamino Biondi, ha accolto l’evento con grande entusiasmo, lavorando fianco a fianco con Ilenia Costanza e Lorena Vetro, all’organizzazione che ha visto la partecipazione di tantissimi spettatori (si è registrato il sold out da subito, con molte richieste di replica). Gli spettatori hanno trascorso il pomeriggio nella meravigliosa sala in via Francesco d’Assisi, vivendo prima l’emozionante esperienza delle Human Library, per la prima volta ad Agrigento, e poi assistendo alla messinscena dell’opera pirandelliana più ingarbugliata che il drammaturgo abbia mai scritto (come lui stesso ebbe a dire).

La rappresentazione ha visto in scena, oltre al cameo di Gianfranco Jannuzzo e Marta Iacopini in voce fuori campo, gli agrigentini Ilaria Bordenca, Romina Caruana, Enzo Piscopo e Stefano Trizzino. Inoltre, Lorena Vetro, organizzatrice dell’evento in città, ha cantato il brano “Canzone del mal di luna” di Nicola Piovani.
Una nota particolare per l’esperimento sociale delle Human Library o Librerie Viventi: Jessica Alessi, Silvia Castellana, Antonella Gallo Carrabba, Nadia Lauricella, Alessia Licata, Antonio Licata, Angela Rancatore e Claudia Rizzo hanno interpretato i “libri viventi”. I lettori che si sono accostati quasi inconsapevoli sono usciti “commossi sì, ma sicuramente più ricchi,” come molti di loro hanno dichiarato. Sedere di fronte a una persona e ascoltarne un racconto intimo, il racconto della sua vita, ha permesso di trarre ora forza, ora compassione, perfino rabbia, ma soprattutto di destrutturare stereotipi e pregiudizi.

Per Pascal La Delfa, direttore artistico che ha ideato e seguito il progetto nelle sei città italiane, “ad Agrigento la responsabilità è stata sicuramente maggiore, ma chiaramente anche la soddisfazione.” Ilenia Costanza, profonda conoscitrice delle opere pirandelliane, che ancora giovanissima venne premiata per la regia di “Vestire gli ignudi”, ha usato il testo (già provocatorio) di Liv Ferracchiati (autore della riscrittura dell’opera) e il gioco del teatro per ribadire con sarcasmo l’importanza del coraggio: il coraggio di scuotere le teste o di essere “pirandellianamente” folli.
Il saluto di Beniamino Biondi, responsabile delle Fabbriche, ha guardato con determinazione al futuro dello spazio, segnalando “la vocazione teatrale dello spazio, che ha inaugurato con Pirandello nel segno di una ricerca che proseguirà sul teatro di parola e sull’intersezione fra le arti, conquistando il prestigio di un luogo assunto come vettore della cultura cittadina.”
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