Evidentemente gli Agrigentini non hanno ancora capito l’importanza di questa infezione e l’impatto che potrebbe avere sul nostro sistema sanitario regionale con il rischio di non poter assicurare le cure necessarie a tutti i pazienti nel caso di una diffusione rapida come quella che è avvenuta in Lombardia.
Ad affermarlo è il medico agrigentino Renato Bruno che scuote le coscienze e apre gli occhi alla gente:
Va sottolineato come in appena tre settimane in Lombardia si sia passati da poche decine di pazienti contagiati, agli attuali oltre 7.000 contagi e 366 pazienti deceduti e 622 in terapia intensiva. Questo non è allarmismo ma sono i fatti… Evidentemente gli appelli al cosiddetto “distanziamento sociale”, non hanno avuto impatto sulla nostra popolazione che non ha ancora modificato i propri comportamenti.
E ancora:
L’allontanamento ed il diradamento delle persone oggi è l’unico modo per evitare la rapidissima diffusione di una malattia respiratoria per la quale ad oggi non esistono cure efficaci e che rende necessario in una significativa percentuale di soggetti il ricovero in ospedale per polmonite ed insufficienza respiratoria, con necessità di ventilazione assistita o di intubazione in regime di terapia intensiva.
Appello a rispettare le regole.
Oggi è stato pubblicato un importante decreto con delle misure molto stringenti da adottarsi su tutto il territorio nazionale finalizzate ad evitare assembramenti ed affollamenti di persone sia negli spazi chiusi che aperti. A quanto pare ad Agrigento queste indicazioni non vengono rispettate. E’ necessario dunque che le autorità preposte (Sindaco, Prefetto e Autorità di Pubblica Sicurezza), facciano osservare in maniera decisa queste misure che sono state prese a ragion veduta e sulla base di precise indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e del mondo scientifico. In momenti come questi occorre mettere da parte il nostro tradizionale “buonismo” ed assumere scelte anche impopolari ma che possano salvaguardare la salute della nostra collettività.
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