La Fortitudo Agrigento… stoppata Cagnardi: «Una decisione tardiva».
Intervista al coach della MRinnovabili Agrigento.
Prima a porte aperte, poi a porte chiuse ma di lunedì, poi ancora partita annullata. La MRinnovabili fermata dalla zona rossa. Il covid-19 e il dilagarsi dell’emergenza blocca la squadra di coach Cagnardi, rimasta in Sicilia dopo le disposizioni del governo nazionale che estendevano l’emergenza a tutta la Lombardia. Uno scenario apocalittico a cui la squadra non può fare altro che adeguarsi, anche se la speranza di saltare la trasferta e la preoccupazione di partire era viva, anche quando ancora la Lombardia non era considerata zona rossa.
Come state vivendo questo momento?
È un momento delicato per il paese e di grande emergenza, lo viviamo come tutti con una sensibilità particolare perché di fronte a certe problematiche i pensieri sono legati a concetti molto più ampi rispetto a sport e lavoro ma riguardano la salute e la sfera familiare di ognuno.
Eravate pronti per partire?
Eravamo pronti a fare il nostro lavoro così come tante altre persone continuano a fare il loro ma con la consapevolezza che la situazione era in rapida evoluzione. Non eravamo felici di farlo ed i dubbi erano tanti. Abbiamo alle spalle una società speciale, con un proprietario che mette al primo posto le persone e un direttore sportivo che tutela il gruppo, Moncada e Mayer erano pronti a prendere qualunque tipo di decisione, il buonsenso per fortuna è prevalso e si è fermato tutto.
C’è preoccupazione?
Non essere preoccupati sarebbe da incoscienti perché le informazioni che arrivano sono di ora in ora sempre più nella direzione di un’emergenza totale, il Nord del paese dove ad esempio vive la mia famiglia è blindato a tutti gli effetti, in Sicilia o quantomeno ad Agrigento si percepisce il problema ma la quotidianità non è ancora completamente minata come altrove. Il mio auspicio è quello che si ritrovino, nella grande difficoltà, quei valori e quelle qualità che l’Italia e gli Italiani hanno già dimostrato di possedere in un lontano passato, risolviamo e trasformiamo il problema in una grande opportunità.
Giusto fermare il campionato?
È una decisione arrivata in ritardo, senza una vera presa di coscienza generale del problema, è stato sottovalutato dal punto di vista della salute ma anche organizzativo. Non è una critica ai vertici ma a tutto il sistema, credo che allenatori, dirigenti, giocatori e proprietari abbiamo le stesse colpe di chi governa la pallacanestro italiana, non siamo capaci di fare sistema ognuno impegnato a coltivare il proprio orticello ma davanti ad una situazione del genere avremmo dovuto agire diversamente.
Condizione fisica?
La condizione fisica della squadra è chiaramente influenzata dall’assenza di partite ma c’è da dire che a questo punto del campionato il problema era trovare il tempo per far rifiatare i giocatori e da questo punto di vista la sosta ha aiutato invece di penalizzare, ad oggi diventa molto più importante la situazione mentale di quella atletica.
Cosa farete questa settimana?
Ci alleneremo come sempre, i ragazzi vengono in palestra volentieri e il loro impegno non è mai mancato, il non avere partite da preparare condizionerà l’approccio al lavoro quotidiano ma il gruppo ha sempre dimostrato di amare le sfide e anche questa volta troveremo i giusti stimoli seppur dovendo perseguire obiettivi diversi.