Regioni-governo, nuovo round. Resta sempre alta la tensione sulle modalità di gestione dell’emergenza coronavirus. Pochi giorni dopo la richiesta, da parte del presidente del Piemonte Alberto Cirio, di poteri straordinari “come è stato fatto per il Ponte Morandi”, in Sicilia tocca a Nello Musumeci lanciare il guanto di sfida al governo centrale. Su proposta del governatore, la giunta dell’isola ha approvato una delibera che propone l’attuazione dell’art.31 dello statuto della Regione – mai applicato in precedenza – che prevede che il presidente “si possa sempre avvalere della polizia di Stato e, ove occorra, delle forze armate di stanza nella Regione”, “per affrontare con efficacia e tempestività eventuali situazioni di emergenza”. In sostanza, una volta ottenuto il via libera da Roma, Musumeci potrebbe disporre delle forze di polizia e dell’esercito. Il processo per scrivere la legge di attuazione dello statuto non è certo semplice e potrebbe durare mesi, intanto però il messaggio lanciato è chiaro.
E ha già scatenato, come prevedibile, numerose polemiche, soprattutto tra le forze di opposizione. Intanto nell’isola che attende il picco la prossima settimana sono salite a 1.664 le persone attualmente contagiate dal virus, 58 più di ieri. 101 i decessi (8 in più rispetto a 24 ore fa). I guariti sono 94 (due in più di ieri).Passando al Nord, i presidenti di Veneto e Piemonte, Luca Zaia e Alberto Cirio, hanno firmato una nuova ordinanza delle restrizioni, in vigore da oggi e valide fino al 13 aprile. Viene confermato quanto indicato in quella precedentemente in vigore, con alcune aggiunte.
“E’ un’ordinanza nella quale abbiamo privilegiato l’equilibrio e il buon senso – ha dichiarato Zaia -, in linea con le disposizioni nazionali, ma con alcuni interventi tarati sulla esperienza e sulla realtà veneta”. Resta in vigore il provvedimento degli spostamenti entro 200 metri da casa, inteso come distanza in linea d’aria. Le novità riguardano i mercati all’aperto o al chiuso, o le analoghe attività di vendita su area pubblica o privata di generi alimentari: possono continuare ad esercitare, ma solo nei comuni nei quali sia stato adottato dai sindaci un apposito piano, consegnato ai commercianti, che garantisca una chiara perimetrazione, con una sola entrata e una sola uscita controllate da polizia locale o vigilanze private che controllino il distanziamento sociale, l’accesso all’area di vendita, e il rispetto del divieto di assembramento. Sia i venditori ai banchi, sia i clienti, oltre che rispettare le distanza di sicurezza di almeno un metro, dovranno essere muniti di mascherine e guanti protettivi. Anche in Piemonte alcune novità stringono ulteriormente le maglie del contenimento.
E’ stata estesa in modo specifico anche ai mercati la regola che vi si possa recare una sola persona per nucleo familiare, esattamente come già previsto per tutti gli altri esercizi commerciali. “Sono sinceramente molto preoccupato”, ha dichiarato Cirio. “Temo che molte persone non abbiano ancora capito che questa è una guerra e che in guerra si sta a casa. Ho visto troppa gente a passeggio in queste ultime ore. Ne va della salute di tutti e ogni leggerezza vanifica gli sforzi enormi che tutto il sistema sta facendo in una situazione che non ha precedenti. Stare a casa non è un appello, è la regola che vale per tutti”.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp