Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Nicoletta Sciarratta, ha assolto perché “il fatto non sussiste” un 51enne di Agrigento, per il quale il pubblico ministero, al termine della requisitoria, aveva chiesto una condanna a cinque mesi di reclusione. Accolte in pieno le tesi proposte dal legale difensore dell’imputato, l’avvocato Monica Malogioglio. L’imputato era accusato di aver tenuto costantemente nei confronti della vicina parente un atteggiamento prevaricatore, continuamente minacciando di morte lei e il suo nucleo familiare.
I rapporti tra le rispettive famiglie, un tempo sereni, si sono progressivamente e gravemente deteriorati a seguito di dissidi sorti in un contesto di stretta vicinanza abitativa e di complesse dinamiche familiari. Riconoscendo un contesto di “accesa conflittualità familiare» e di presunta «reciprocità» dei contrasti, il giudice ha ritenuto le dichiarazioni della donna, una 64enne, anche lei di Agrigento che si è costituita parte civile, non «sufficientemente corroborate da riscontri esterni”. In particolare, dal settembre del 2022 e fino al maggio 2023, il 51enne avrebbe messo in atto una serie di condotte gravemente minacciose e ingiuriose nei confronti della donna e del suo nucleo familiare.
Tali condotte si sono concretizzate in ripetute minacce di morte, proferite in più occasioni e con toni di estrema violenza verbale. Tra le molteplici frasi minatorie: “La bomba ti metto e ti faccio scoppiare in aria, fino la radice ti stermino”; “Vi sparo, vi do fuoco, mi tranquillizzo io quando vi ammazzo tutti, vi n’ata ghiri (ve ne dovete andare)”. Tali episodi, fonte di profondo turbamento e timore per l’incolumità propria e dei propri cari, hanno costretto la 64enne a vivere in un costante stato di ansia e paura, alterando significativamente le sue abitudini di vita e la sua serenità.
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