La Corte di Cassazione ha stabilito la definitiva confisca dei beni di Andrea Puntorno, 41 anni, di Agrigento, residente nella città dei Templi ma da anni domiciliato a Torino. La Suprema Corte ha confermato l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di pubblica sicurezza con obbligo nel comune di residenza per 3 anni e il versamento di una cauzione di 2.000 euro. Al quarantenne sono stati confiscati: un appartamento a Torino del valore di 300 mila euro (intestato a lui e alla moglie), un’abitazione ad Agrigento, del valore di 200 mila euro (intestato alla moglie), una moto del valore di 7.500 euro. Puntorno è stato coinvolto, nel 2014, nell’inchiesta antidroga sun un presunto traffico internazionale di sostanze stupefacenti proveniente dall’Albania e giunti sulle piazze di spaccio di Agrigento e Torino. Il nome di Puntorno è entrato anche in un’inchiesta sugli affari legati al bagarinaggio allo Juventus Stadium. L’agrigentino è leader del gruppo ultras denominato “Bravi Ragazzi” e proprio così è stata denominata l’inchiesta nella quale Puntorno è stato coinvolto. Secondo i giudici “ermellini” vi sarebbe una accertata sproporzione tra reddito dichiarato e patrimonio posseduto dall’uomo.