La pasta è probabilmente il simbolo per antonomasia della cucina e delle eccellenze agroalimentari Made in Italy. In tutto il mondo viene apprezzata e molti la amano e l’hanno inserita a pieno titolo nella dieta di tutti i giorni. Ma quanti sanno esattamente cosa c’è dietro al processo che permette, ogni giorno, di gustare ottimi piatti di pasta, conditi nei modi più disparati?
Dalla produzione al confezionamento, spesso ci si chiede cosa permetta alla pasta di potersi conservare così a lungo, se si può consumare oltre la data di scadenza e, in questo caso, entro quanto tempo.
Vale la pena, dunque, approfondire il modo in cui la confezione agisce sul mantenimento della qualità e freschezza del prodotto, in un ambiente assolutamente sicuro e protetto.
Dietro ogni pastificio, infatti, ci sono tante altre imprese che lavorano attivamente per offrire packaging sempre più avanzati e innovativi. La loro costante ricerca e sperimentazione di tecnologie sempre nuove li mantiene attivi, soprattutto sulle più recenti tematiche della sostenibilità ambientale.
Sono tante le confezioni che ormai impiegano materiali alternativi per conservare questo alimento, dal packaging pasta di Volmar fino a quelli ridotti o monodose di altre imprese. Il trend di produzione delle confezioni per pasta, infatti, sta affrontando sfide sempre nuove. Se fino a poco tempo fa era chiamato solo a garantire un’efficace conservazione del prodotto, oggi deve anche mostrare l’impegno nel ridurre l’impatto ambientale dei materiali impiegati.
Cerchiamo allora di conoscere più da vicino questo delicato processo che permette alla pasta, anche fresca, di conservarsi nel tempo, mantenendo la qualità dalla produzione fino al confezionamento.
Come viene assicurata la conservazione durante la produzione
Gli ingredienti principali per realizzare la pasta sono farina di grano duro e acqua. Va specificato, però, che negli ultimi tempi le esigenze dei consumatori hanno condotto molte imprese a impiegare materie prime differenti dal classico grano duro, per la produzione di pasta. Dalle farine di legumi, per la pasta gluten free, fino al kamut, al farro, al riso, al mais, alla soia, senza dimenticare anche la riscoperta di grani antichi.
Ogni tipologia di farina impiegata richiama quantità di acqua differenti e, in alcuni casi, anche l’aggiunta di ingredienti diversi, per renderla più elastica e malleabile, come gli amidi nella pasta gluten free.
In tutto questo processo che spazia dall’impasto all’essiccazione, il modo in cui le imprese cercano di garantire tempi di conservazione sempre più elevati riguarda proprio la riduzione dell’umidità nella pasta.
Dopo essere stata formata, attraverso vari macchinari, la pasta subisce un lungo processo di essiccazione, che serve proprio a ridurre la quantità di umidità contenuta al suo intero e abbattere il rischio che possano proliferare funghi e batteri. La prima fase utile a favorire la durata nel tempo della pasta secca è dunque la sua produzione ed essicazione.
Confezionamento
Il ruolo ricoperto da una confezione risiede principalmente nel garantire la sua freschezza e qualità nel tempo. Questo vale sia per la pasta secca sia per quella fresca, che invece non subisce il processo di essiccazione e ha certamente una durata di gran lunga inferiore rispetto alla precedente.
In quest’ultimo caso, però, è necessario che la confezione ne garantisca la conservazione per almeno un mese. Per raggiungere questo obiettivo vengono impiegate spesso vaschette di plastica o vassoi rivestiti con una pellicola trasparente, in modo da rendere visibile il contenuto.
Le più recenti tecnologie stanno anche impiegando materiali riciclati per conservare la pasta fresca e confezioni in atmosfera controllata, per assicurare una maggiore durata nel tempo senza impiegare conservanti chimici.
Riguardo alla pasta secca, i materiali più diffusamente impiegati sono principalmente cartone e plastica, ma anche carta. Queste confezioni sono spesso dotate di una chiusura a cerniera o adesivo, per consentire una conservazione del prodotto sicura e durevole anche dopo l’apertura.
Più di recente, con la diffusione sempre maggiore delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale, sono stati impiegati materiali nuovi negli imballaggi della pasta, tra cui Acido Polilattico (PLA) o film compostabili, realizzati con derivati di mais o canna da zucchero.
L’importanza dell’etichettatura e del controllo qualità
Ultimi due aspetti fondamentali nel processo di conservazione della pasta, riguardano le informazioni riportate sull’etichetta e inerenti alle modalità di conservazione, alla scadenza e alla durata del prodotto una volta aperta la confezione.
Queste informazioni sono molto importanti, perché aiutano a capire in che modo il prodotto può essere conservato nel tempo e come trattare il packaging una volta aperto.
Un altro passaggio che garantisce la durata della pasta riguarda il controllo qualità. Quest’ultima operazione viene effettuata appena prima della chiusura delle confezioni, per verificare l’integrità del prodotto e la sua sicurezza, sia in termini di dimensioni, che di colore e consistenza.
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