Quando si parla di semi di cannabis, si apre un vero e proprio mondo. Esistono infatti diverse tipologie di semi di marijuana da prendere in considerazione. Tra questi, spiccano gli autofiorenti. Come dice il nome stesso, si tratta di semi che fioriscono in maniera molto rapida e che, in linea di massima, sono adatti anche ai principianti. Dove si possono coltivare? Sia in spazi interni, sia in contesti outdoor. Nelle prossime righe di questo articolo, ci soffermeremo in particolare sulla seconda opzione.
Quando piantare i semi di cannabis autofiorenti?
Sono diversi gli interrogativi da chiamare in causa quando si parla di coltivazione della cannabis autofiorente outdoor. Uno dei più diffusi riguarda il momento migliore per piantare i semi. In generale, si consiglia di procedere durante le settimane della tarda primavera. Cosa succede dopo? Che, almeno fino alla fine della stagione estiva, si ha a che fare con la fase vegetativa. Archiviata quest’ultima, arriva il momento della fioritura. Più o meno all’inizio dell’autunno, le piante saranno pronte per essere raccolte.
Come scegliere la zona giusta dove coltivare?
Come si sceglie la zona giusta dove coltivare la cannabis autofiorente? La prima cosa da dire al proposito è che il balcone è perfetto. L’optimum è la situazione di chi, in casa, ne ha diversi. Come mai? Perché in alcuni frangenti, come per esempio il balcone esposto a nord, è difficile avere la luce solare tutto il giorno. Inoltre, bisogna mettersi nell’ottica del fatto che, se si abita in un edificio particolarmente alto, la pianta risulta esposta a un vento molto forte.
Cosa fare se si ha una casa sia con il balcone, sia con la terrazza? Anche questa seconda opzione citata ha il suo perché, così come contro non indifferenti. Il principale riguarda il fatto che, quando arriva il caldo, le piante sono eccessivamente esposte alle alte temperature.
I vasi giusti
La coltivazione della cannabis autofiorente in vaso è un’ottima soluzione in quanto, in questo modo, si riescono a spostare rapidamente le piante in caso di necessità. Ovviamente i vasi vanno scelti con criterio. Quali sono i migliori consigli da seguire al proposito? Premettendo il fatto che i semi di cannabis autofiorenti crescono anche in vasi piccoli, è bene focalizzarsi, se possibile, verso recipienti con una capacità compresa tra i 7 e i 15 litri.
Nonostante il vaso sia un’ottima alternativa, c’è chi, avendo a disposizione piccoli appezzamenti di terra, sceglie di piantare le autofiorenti in giardino. Cosa si può dire al proposito? Che non sempre il terriccio naturale ha le peculiarità giuste per la crescita della tipologia di piante di cannabis a cui stiamo dedicando queste righe.
Come risolvere il problema? Aggiungendo un substrato caratterizzato dal mix tra terriccio leggero, meglio se a base di torba, fibra di cocco e perlite.
Come gestire l’irrigazione
Un aspetto essenziale da considerare nel momento in cui si parla di come coltivare la cannabis autofiorente in spazi aperti riguarda ovviamente l’irrigazione. Fondamentale a tal proposito è sottolineare l’importanza di non esagerare con l’apporto d’acqua. Entrando nel vivo dell’approccio pratico migliore da adottare, facciamo presente che le piante dovrebbero essere annaffiate non appena ci si accorge che i primi 2/3 centimetri di terreno risultano asciutti.
Come già detto, non bisogna assolutamente eccedere. Il rischio che le radici marciscano, infatti, è dietro l’angolo (e da evitare assolutamente). Da non dimenticare è la possibilità di installare impianti di irrigazione automatica, perfetti nei casi in cui ci si allontana per un po’ da casa.
Concludiamo con un trucco da professionisti: se si ha intenzione di minimizzare il rischio di attacchi da parte di parassiti, una buona idea è quella di piantare, nelle immediate vicinanze della cannabis autofiorente, piante come il basilico o l’aneto (anche la melissa è fantastica).