Il pubblico ministero della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, ha avanzato richiesta di condanna tre anni e un mese di reclusione per due uomini di Agrigento, ritenuti vicini al boss di Villaseta Antonio Massimino. Si tratta di Giuseppe Gallo e Vincenzo Mendola, 50 anni, entrambi di 54 anni. Sono accusati di intralcio alla giustizia con metodo mafioso. Il processo è in corso di svolgimento davanti ai giudici della seconda sezione penale, del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara. Si torna in aula il 2 luglio per la sentenza. La vicenda prende avvio dalle dichiarazioni del collaborante Antonino Mangione di Raffadali, che ha denunciato di essere stato avvicinato e minacciato da due uomini per fargli ritrattare le accuse al boss Massimino.
I due agrigentini sono accusati di aver offerto 5mila euro a Mangione, al fine di ritrattare le accuse di abusi sessuali, nei confronti del capomafia. Una vicenda emersa nell’ambito dell’operazione “Kerkent”, per la quale, Massimino è stato assolto. Secondo l’accusa avrebbero anche minacciato sia Mangione, che la moglie di quest’ultimo, il 23 marzo 2019: “Ora ci sono io e a te e ai tuoi figli nessuno vi farà niente se vai a ritrattare tutto – avrebbero detto – Per te ci sono anche 5 mila euro, puoi pure denunciarmi. Io non ho paura di nessuno”.
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