Chi è davvero lo stalker? La dottoressa Sabrina Scozzari ci aiuta a comprendere una figura che si muove in quella zona grigia tra ossessione amorosa, dipendenza affettiva e patologia relazionale, argomento sempre attuale, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca.
Il termine “obsessional following” riassume un insieme di comportamenti persistenti che vanno ben oltre il corteggiamento insistente: si tratta di vere e proprie forme di molestia psicologica e fisica, spesso invisibili agli occhi degli altri.
Lo stalking può iniziare con messaggi insistenti, telefonate, appostamenti. Sabrina Scozzari parla di “fare posta” per definire quelle azioni ripetitive come aspettare la vittima sotto casa, seguirla, raccogliere informazioni sui suoi spostamenti. Il molestatore manifesta una comunicazione intrusiva, spesso travestita da dichiarazione d’amore, che cela un bisogno incontrollato di possesso.
A muovere lo stalker non è solo una relazione reale, spiega la dottoressa Scozzari. Spesso il legame è solo immaginato, frutto di una costruzione mentale che giustifica ogni invasione dello spazio altrui. La vittima, invece, si ritrova schiacciata sotto una pressione psicologica costante, in un perenne stato di allerta e terrore. La percezione di minaccia diventa quotidiana e logorante.
Secondo la specialista Sabrina Scozzari, è fondamentale imparare a leggere i segnali sin dai primi approcci: la gelosia eccessiva, il bisogno continuo di controllo, l’insistenza mascherata da interesse possono essere campanelli d’allarme. Il legislatore ha fatto passi avanti, ma spesso l’intervento arriva troppo tardi.
Prevenire significa anche educare alla libertà emotiva e al rispetto dei confini altrui. Riconoscere un comportamento molesto prima che degeneri è il primo passo per proteggersi.
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