Una situazione che difficilmente si poteva immaginare sia a livello nazionale che locale.
A Roma, nei giorni scorsi un Governo si è formato da parte di due Partiti, – (adesso, nelle ultimane ore, con la renziana “Italia Viva” diventati tre) – in nome del bene comune o – come dice qualcuno – unicamente per mettere all’angolo il “salvinismo” e Salvini; tra l’altro, quest’ultimo, anche responsabile immediato della crisi agostana, durante la quale si è sentito di tutto e di più, compresa l’esplicita richiesta di ottenere dal popolo “i pieni poteri”.
A commento di tutto, non senza ragione, c’è chi scrive che in questa nostra Italia si va affermando “un regime di cretinocrazia”, ampiamente trasversale che va abbracciando destra e sinistra.
Non si fa riferimento al Centro perché politicamente inesistente o comunque scomparso e gli ultimi epigoni ufficiali, senza eccessive difficoltà hanno trovato accoglienza nei due poli, ove comunque, in mezzo a tanti sproloqui e nell’incalzare dei tanti problemi, esercitano o si illudono di esercitare una certa influenza.
Cosa come che ha indotto a far pensare alle “lucciole di Pasolini”.
E qui il richiamo è sicuramente al famoso articolo del 1975, in cui Pasolini parlava dei potenti politici democristiani che continuavano “imperterriti i loro sproloqui incomprensibili; in cui galleggiavano i “flatus vocis” delle solite promesse stereotipe”.
Un linguaggio che adesso pare quello dei potenti che ci hanno governato negli ultimi anni e che, almeno alcuni, sono o vogliono tornare alla ribalta. Non sappiamo con quali conseguenze. Perché non vorremo proprio fossero quelle degli ultimi cinque anni, che hanno visto la quasi triplicazione della povertà e consequenzialmente trionfare come primo Partito il Movimento 5-Stelle che alle politiche dello scorso anno ha ottenuto un terzo dei consensi.
Adesso un fallimento di questo Governo Giallo-rosso potrebbe avere la conseguenza di una maggioranza ancora più larga per quel Partito del leader che ha causato la crisi, senza ottenere il desiderato ritorno immediato alle urne.
A Favara, una città spesso indicata come immagine della Sicilia, la situazione sociale ed economica è grave, ed in questi giorni si vive una particolarissima situazione paradossale.
Dopo la disastrosa amministrazione dei precedenti 5 anni, nel giugno 2016 si è riversato sul Movimento 5-stelle un consenso plebiscitario, con l’elezione del Sindaco, per la prima volta una donna, la dott.sa Anna Alba, e 14 Consiglieri Comunali sul totale dei 24 che compongono la massima assise cittadina. Cioè, al Movimento 5-Stelle, Sindaco e maggioranza assoluta dei Consiglieri, alcuni dei quali, per la legge in vigore, ovviamente eletti proprio solo con alcune decine di voti.
La particolarità della situazione adesso è che il Movimento appare imploso, soprattutto per contrapposizioni interne che non trovano una sintesi e adesso non si sa come andrà a finire, dato che 7 Consiglieri pentastellati, unitamente a 4 Consiglieri dell’opposizione hanno presentato una mozione di sfiducia alla Sindaca, accusata di evidenti inadempienze programmatiche su punti importanti e di tradimento delle promesse.
L’on. Giovanni Di Caro, deputato regionale favarese, nella sua intervista di oggi alla benemerita emittente locale Sicilia-TV, mentre pur con notevole circospezione, parla chiaramente di evidenti, gravi manchevolezze dell’Amministrazione-Alba, non entra nel merito della valutazione del comportamento dei singoli Consiglieri Comunali, che comunque afferma per tutti e 14 di essere i veri rappresentanti, perché eletti dal popolo nella lista e sotto il simbolo del Movimento 5-Stelle.
Su alcuni dei quali però – è noto da tempo…ed in questi giorni viene e sicuramente verrà rimarcato – non solo si avanzano sospetti di scarsa fedeltà ai valori propri dei 5-Stelle, ma di essere diventati pentastellati per interesse e magari solo qualche giorno prima della presentazione delle liste.
Ed alla domanda specifica su chi allora davvero possa essere considerato autentico rappresentante del Movimento, rinvia tutto all’Organo Collegiale dei Probi-Viri. Collegio che farebbe perciò bene ad esprimere il proprio parere tempestivamente, e comunque prima della riunione del Consiglio Comunale che, fra meno di un mese, per legge dovrà riunirsi e discutere la mozione di sfiducia.
Diego Acquisto