C’era una volta una stazione ferroviaria ad Agrigento. Così si potrebbe dire oggi che si trova in uno stato di completo disarmo sia per quanto riguarda le tratte gestite che per i servizi che è possibile trovare all’interna della struttura.
Niente bar, niente edicola, e lo stesso si può dire per Agrigento bassa.
Eppure fino a qualche anno fa la città si svegliava con le luci del bar della stazione quando ancora il sole non era sorto e subito dopo l’edicola era pronta a ricevere i quotidiani per i viaggiatori delle prime partenze.
Un bar e un’edicola frequentati a tutte le ore da pendolari e agrigentini. Molto utilizzata anche la macchina automatica che a vista rilasciava le foto formato tessera.
Niente di tutto questo è ormai possibile riscontrare e nei giorni festivi non è possibile utilizzare neppure i servizi igienici.
Eppure si dice che il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane sia impegnato in un profondo sforzo di riorganizzazione e rigenerazione delle stazioni ferroviarie che, in seguito al perfezionamento dei sistemi tecnologici di gestione centralizzata della circolazione ferroviaria, necessitano sempre meno della presenza di personale operativo.
Una evoluzione che avrebbe dovuto comportare anche una ridefinizione di tali spazi in modo che le stazioni non siano più concepite come meri luoghi di transito, di arrivo e partenza dei viaggiatori, ma luoghi che dovrebbero acquisire sempre di più, una valenza commerciale e culturale, diventando punti d’incontro, di scambio e di relazione non solo per i viaggiatori ma anche per i cittadini.
Evoluzione che in alcune realtà è possibile registrare, e non solo in stazioni di grande traffico.
Se è vero dunque che la stazione non deve essere più solo luogo di partenze e arrivi, e quindi area di esclusiva pertinenza ferroviaria, ma “piazza” della città, a questi spazi deve essere dedicata la stessa attenzione che le istituzioni locali riservano agli altri luoghi urbani per assicurare a tutti coloro che le frequentano, siano o meno fruitori dei servizi ferroviari, i medesimi livelli di qualità e sicurezza presenti in qualsiasi altro luogo pubblico.
Per ottenere questi risultati e per evitare che una stazione come quella di Agrigento corra ulteriori rischi di dequalificazione sociale ed ambientale è opportuno che la Regione e il Comune si pongano come principali interlocutori del Gruppo FS in modo che alla ridefinizione del significato e del ruolo della stazione nel contesto civile e urbano si accompagni un nuovo patto di condivisione delle responsabilità di gestione.