Arriva ottobre, tornano le proteste degli studenti. Venerdì prossimo 12 ottobre è il gorno della prima mobilitazione studentesca nazionale dell’anno scolastico, la prima con Cinque Stelle e Lega al governo: “Serve una scossa!” lo slogan scelto per l’iniziativa, con hashtag #agitiamoci, organizzata dalla Rete della Conoscenza (un network nazionale cui aderiscono l’Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario).
Da Milano a Torino, da Roma a Napoli, da Bari a Catania migliaia di studenti medi, delle superiori e gruppi universitari scenderanno in piazza per protestare contro l’esecutivo. Ecco la nota stampa a firma dell’Unione Degli studenti Sicilia:
Il tasso di dispersione scolastica in Sicilia è pari al 25,1%, decisamente uno dei più alti in Italia. Un dato che sicuramente non passa inosservato, soprattutto se considerato i tassi di povertà relativa che pari al 10,8% e quella assoluta che colpisce 260 mila famiglie in relazione al fatto che la regione Sicilia è l’unica a non avere una legge regionale per il diritto allo studio, che garantisca ad ogni studente, di ogni condizione economica e sociale, il diritto ad una formazione completa.
Roberto Lagalla, attuale assessore regionale all’istruzione, dall’inizio del suo mandato politico, ne ha fatto un nodo centrale, presentandosi come assessore-salvatutto in grado di risolvere ogni problema della Sicilia. Di fatto però nulla è stato concluso, se non aver presentato una legge spot e di facciata che non parla di cifre ma che tutto delega ad altri momenti.
Abbiamo deciso allora di parlarne noi, noi che realmente conosciamo le condizioni delle nostre scuole e scenderemo in piazza in tutta la Sicilia perché il nostro assessore è #impreparato sulle necessità della regione.
Le vere priorità non sono creare la sua immagine di supereroe ma:
Il caro libri
In Sicilia frequentare una scuola superiore ha un costo complessivo di base che in media è pari ad almeno 1100 euro!
Il problema però risulta anche nella grandissima differenziazione tra i costi di un liceo classico e di un professionale, le cui medie per un anno scolastico sono 298€ per il primo e 150€. È assolutamente impensabile definire la nostra istruzione pubblica e accessibile ed è sconvolgente che questo non venga assolutamente attenzionato dalla classe politica.
Rivendichiamo, e lo rivendichiamo adesso, il diritto non solo di frequentare i percorsi formativi ma di frequentare anche quelli che più si addicono alle nostre inclinazioni, non in base al costo che si deve affrontare.
Vogliamo il commodato d’uso dei libri di testo, vogliamo la gratuità di questi e dei mezzi secondari di formazione (film, libri, cd, teatro, cinema).
Trasporti
Spostarsi all’interno della regione diventa un’impresa: i collegamenti su gomma diretti da una parte all’altra della regione sono inesistenti e le corse sempre più rare, per non parlare poi del costo, che supera i 20 euro una corsa semplice. Mediamente poi 3 piccoli paesi su 5 non hanno collegamenti ferroviari, per cui si è costretti a prendere l’autobus che arriva a costare mediamente 250€.
Altri addirittura non sono collegati in alcun modo, non garantendo il diritto allo studio di tutte le studentesse e gli studenti che ci abitano e che sono costretti a farsi accompagnare.
Il diritto alla mobilità è infatti parte integrante delle rivendicazioni per una reale autonomia sociale degli studenti sul diritto allo studio poiché, oltre a gravare in modo sostanziale nei bilanci familiari, è anche strumento di emancipazione sociale dello studente e di autodeterminazione nel non scegliere la scuola più vicina a casa.
Sicurezza nelle scuole
Le condizioni delle nostre scuole sono pessime ed a pagarne il prezzo sono molto spesso studenti e studentesse. Le scuole siciliane dei Comuni capoluogo in aree a rischio sismico sono il 96,4%, quelle costruite secondo criteri antisismici il 24,4%. Quasi una scuola su due infatti richiede manutenzione urgente (47,7%).
Vogliamo una conferenza regionale sull’edilizia scolastica che vada a tenere sotto controllo le singole situazioni dei nostri edifici.
Rivendichiamo scuole sicure, antisismiche, piene di laboratori e di spazi da destinare alle attività studentesche, oltre che chiaramente accessibili a tutte e tutti gli studenti, non le scuole “sicure” rappresentate dal daspo nelle scuole.
Per noi studenti e studentesse le “scuole sicure” sono quelle in cui muri, tetti e finestre non crollano, in cui non rischiamo la vita entrando, ma anche quelle in cui non siamo costantemente spiati, controllati, perquisiti e schedati.
Alternanza scuola-lavoro
I percorsi di alternanza sono, infatti, nella maggior parte dei casi imposti nelle classi da docenti e dirigenti autoritari e pertanto non rispecchiano gli interessi e le capacità delle studentesse e degli studenti e tanto meno non sono attinenti al percorso di studi prescelto dallo studente ma vanno solo a rispecchiare l’idea di sfruttamento e delle condizioni di lavoro.
Sono percorsi che ormai sono integrati all’interno dell’esame di stato e che fanno quindi pienamente parte della scuola e dei suoi processi formativi ma nonostante questo l’alternanza risulta molto spesso erogata dietro pagamento e non gratuita.
Una prerogativa necessaria è lo Statuto delle studentesse e degli studenti in alternanza che tuteli lo studente in alternanza e impedisca sfruttamento e repressione diventando un riferimento normativo reale che abbiamo approvato in tantissime scuole della Sicilia ma che evidentemente non è più bastevole.
E’ necessaria l’approvazione su tutti i livelli sia del Codice Etico, che impedisce l’erogazione di alternanza scuola lavoro da parte di aziende che non vedano collusioni con la mafia e la malavita organizzata o che siano responsabili di disastri ambientali.
PER TUTTI QUESTI MOTIVI CI TROVERETE IN TUTTA LA SICILIA, PERCHÉ’ VOGLIAMO PRENDERE NOI LA PAROLA E QUESTA LEGGE REGIONALE LA VOGLIAMO DECIDERE NOI PERCHÉ’ LEI ASSESSORE E’ #IMPREPARATO
Unione Degli studenti Sicilia