AgrigentoOggi
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
AgrigentoOggi
No Result
View All Result

Home » Cronaca » Caporalato nei campi agrigentini, chieste sei condanne

Caporalato nei campi agrigentini, chieste sei condanne

25 Luglio 2020
in Cronaca, dalla città, evidenza
Share on FacebookShare on Twitter

Il pubblico ministero della Dda di Palermo ha chiesto la condanna nei confronti di sei persone, coinvolte nell’inchiesta “Ponos”, che nel novembre dell’anno scorso ha fatto scattare otto fermi, eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, e del Nucleo ispettorato del lavoro di Villaggio Mosè, nell’ambito di un’indagine su un’associazione a delinquere, che avrebbe sfruttato lavoratori nei campi agrigentini, soprattutto tra Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa.

Complessivi 12 anni di reclusione sono stati chiesti per Vera Cicakova, 60 anni, e la figlia Veronika, 38 anni, ritenute le promotrici dell’associazione; 6 anni di reclusione sono stati avanzati nei confronti di Neculai Stan, 63 anni, rumeno, residente a Campobello di Licata; 5 anni per Giovanni Gurrisi, 42 anni di Agrigento; 3 anni e 6 mesi per Rosario Burgio, 43 anni, di San Cataldo, domiciliato ad Agrigento; e 3 anni per Emiliano Lombardino, 47 anni, di Agrigento, residente a Porto Empedocle.

Il processo è in corso di svolgimento davanti il Gup del Tribunale di Palermo, Rosario Di Gioia. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Daniele Re e Francesco Scopelliti. Nell’inchiesta sono coinvolti anche Rosario Ninfosi, di Palma di Montechiaro (che ha patteggiato la pena) e Vasile Mihu di 44 anni, che ha scelto, invece, di essere processato con il rito ordinario. L’operazione, in un primo momento coordinata dalla Procura di Agrigento, e in seconda battuta è finita alla Dda di Palermo.

Vi sarebbe stato un meccanismo di permessi turistici sfruttati per fare arrivare i lavoratori, soprattutto dall’Est Europeo, che venivano poi privati del passaporto, alloggiati in case procurate dalla stessa organizzazione. L’orario di lavoro era di circa 12 ore al giorno, di cui buona parte notturno: iniziavano alle 3 del mattino, e proseguivano fino alle 17, talvolta anche fino alle 19. Le paghe erano di circa 30 euro lorde al giorno.

Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp

Previous Post

Salvini a Lampedusa, Cimino: “Da ministro non è mai andato sull’isola”

Next Post

Intensificazione serale delle corse ad Agosto

Testata iscritta al n.289 – Registro Stampa Tribunale di Agrigento in data 18 Settembre 2009 – Direttore Domenico Vecchio – P.I. 02574010845 – Copyright © 2009 – 2025 – [email protected] Iscrizione ROC n.19023

Per la tua pubblicità su agrigentooggi.it

Copyright © 2023

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025