Si conoscerà il 3 giugno il destino del Canicattì calcio. Dopo l’annuncio dell’attuale dirigenza presieduta da Maria Grazia Scicolone di voler cedere la società a causa della mancata ristrutturazione dello stadio “Carlotta Bordonaro” si attende che si faccia avanti qualcuno anche se non sarà facile. Se non ci sarà nessuna proposta, infatti, la dirigenza valuterà qualche proposta di cessione ad altre società del titolo di serie D mentre l’ultima ratio sarà quella di non iscrivere la squadra al prossimo campionato interregionale.
Si è dunque scatenata un’asta, con Gela e Favara direttamente interessate al titolo. I dirigenti del Gela hanno assistito all’ultima gara casalinga del Canicattì a Ravanusa. C’erano: Marco Scerra, Luigi Alabiso e Umberto Cuvato che hanno preso i primi contatti. Poi c’è stato anche un secondo incontro ma nessun accordo.
“Siamo alla fine di una stagione sportiva – ha detto il vice presidente del sodalizio biancorosso, Faustino Giacchetto – che da un punto di vista dei risultati ci ha visto raggiungere obiettivi importanti. Purtroppo in parallelo non c’è la possibilità di ritornare a giocare a Canicattì. Come tutti sanno noi giochiamo da oltre cinque anni fuori casa e questo è diventato ormai insostenibile. Questo gruppo dirigente, alla luce di queste di questa situazione ha valutato attentamente il futuro ed ha anche chiesto all’amministrazione comunale di Canicattì già da tempo attraverso delle Pec – aggiunge Giacchetto – di convocare delle riunioni per attenzionare l’iter per la ristrutturazione dello stadio. Rispetto alle nostre richieste soltanto una riunione è stata convocata, peraltro su iniziativa del presidente della Lega nazionale dilettanti Sandro Morgana per discutere del campo. Questo è troppo poco per noi, non ci soddisfa perché non ci dà la possibilità di poter riprogrammare la stagione sportiva 2024/2025”.
Giacchetto prosegue: “Il titolo della serie D è importante perché lo abbiamo conquistato con sacrificio ma ad oggi non ci sono le condizioni per andare avanti. L’amarezza è tanta e non mi sento di poter pensare ad una ripartenza a meno che non ci siano eventi improvvisi che possano cambiare la riflessione del gruppo dirigente”.
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