Le Camere di commercio di Agrigento e Caltanissetta rischiano di perdere la loro rappresentatività, con tutto quello che ne consegue per l’economia locale. A creare le basi per questa ingiustificata penalizzazione, l’interesse portato avanti dalla deputata siracusana di Forza Italia Stefania Prestigiacomo che nel Decreto sostegni bis ha fatto inserire un emendamento, sottoscritto anche dai colleghi Minardo, Ficara, Scerra e Raciti, che che, sciogliendo la Camera di Commercio del Sud-Est, sgancia gli enti di Siracusa e Ragusa dalla super CamCom di Catania, associandoli a quelli delle province di Caltanisetta, Agrigento e Trapani. Una rivoluzione che ha suscitato un vespaio di polemiche a tutti i livelli, sia da parte dei politici che dei sindaci, delle associazione imprenditoriali e di categoria.
Un intervento chiarificatore da parte del Mise sul futuro delle Camere di commercio dell’Isola è stato già richiesto dal presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina, che è stato anche presidente della Camera di Commercio di Agrigento. “Se il provvedimento dovesse diventare legge –sostiene – si aggiungerebbero elementi di grande confusione in un contesto caratterizzato da esagerate forzature e inconcepibili ritardi”.
Sull’emendamento intervengono anche i sindaci Franco Miccichè di Agrigento, Roberto Gambino di Caltanissetta, Giuseppe Cassì, Ragusa, Giacomo Tranchida (Trapani), Maurizio Dipietro (Enna). “La super Camera di Commercio che si vuole creare- dicono- rappresenta un conglomerato che nulla aggiunge alla necessità di fornire un supporto alle imprese presenti nei nostri territori. Unire le realtà territoriali di Ragusa e Siracusa con Caltanissetta, Agrigento e Trapani determinerebbe uno scompenso operativo destinato a creare danni alle attività produttive quando, invece, in questo momento, il nostro unico pensiero dovrebbe essere quello di sostenere le economie locali”. “Magari l’intento – sottolineano i primi cittadini – sarà stato assolutamente lodevole ma quello che è ne è venuto fuori è un mostro giuridico, oltre che operativo, che renderà impossibile la vita delle nostre imprese” .
“Le camere di commercio – viene afferma dall’associazione degli industriali siciliani – sono espressione del mondo imprenditoriale per il quale rappresentano un reale punto di riferimento e di propulsione per uno sviluppo armonico con le vocazioni dei territori. È per questo che risulta incomprensibile che, per assecondare le richieste di due province, ossia Siracusa e Ragusa, e consentire loro di scindersi da Catania, si sia scelto di accorparne ben 5, coinvolgendo Agrigento, Caltanissetta e Trapani, distanti dalle prime due non solo geograficamente ma anche dal punto di vista economico e sociale. Tra l’altro i numeri dell’eventuale nuova “supercamera” a cinque consegnerebbero la sede legale dell’ente a Trapani, distante 350 chilometri da Ragusa e 260 da Siracusa, scontentando di fatto tutti e cinque i territori. Facciamo appello affinché si avvii immediatamente una fase di reale e leale confronto per arrivare a una soluzione condivisa e utile per il sistema delle imprese». Anche Confcommercio Sicilia prende posizione contro l’illogica scelta di unire le Camere di commercio di Trapani, Agrigento, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta. Una decisione insostenibile oltre che impossibile, nella pratica, da attuare, considerata la vastità del territorio siciliano, ma, soprattutto, che rischia di creare difficoltà non da poco alle imprese oltre che bloccare ogni velleità di sviluppo in una fase, tra l’altro, molto complicata per l’economia isolana. Le nostre imprese, viene affermato, in un periodo così delicato, non meritano tutto questo. Le decisioni di pochi non possono prevalere sulla libertà d’impresa di molti. Dalla politica ci attendevamo una mano d’aiuto, non certo uno sconquasso simile che rischia di minare alla base ogni potenziale azione di recupero del terreno perduto.
Contraria anche Confartigianato che in una nota firmata dal segretario provinciale Vincenzo Insalaco sostiene come, ancora una volta, si rischia che gli interessi specifici di un singolo siano conseguiti a svantaggio di interi territori e settori produttivi. Come è possibile immaginare in piena crisi economica mantenere una gestione commissariale delle Camere di Commercio? Con la ipotizzata nuova camera di commercio è del tutto evidente che il sistema imprese specifico delle province di Agrigento sarebbe completamente non rappresentato, ancora una volta con grave svantaggio per l’intero territorio.
Il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, contesta, a nome dell’associazione di categoria, una decisione che già sin da ora si può definire fallimentare. Una decisione insostenibile oltre che impossibile da attuare, considerata la vastità del territorio siciliano, ma, soprattutto, che rischia di creare difficoltà non da poco alle imprese oltre che bloccare ogni velleità di sviluppo in una fase, tra l’altro, molto complicata per l’economia isolana..
Di recente è intervenuto anche Carmelo Pullara e registriamo interventi di Calogero Firetto e Michele Sodano.