Le attività investigative della squadra Mobile di Agrigento, con la collaborazione della squadra Mobile di Palermo e della polizia belga, che ha eseguito l’operazione “Mosaico”, su coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno consentito di ricostruire con certezza un primo agguato commesso a Liegi nel settembre 2016 e, da quel momento, almeno una sequela di altri omicidi consumati e tentati (commessi tra Liegi e Favara tra il 2016 ed il 2018). I particolari dell’inchiesta sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in Questura. Presenti il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, il capo della Mobile Giovanni Minardi, il dirigente della squadra Mobile di Palermo, Gianfranco Minissale e il commissario dello Sco Antonello Gaetano.
“Bisogna fare chiarezza. Gli arresti di oggi sono stati eseguiti esclusivamente per il duplice tentato omicidio nei confronti di Maurizio Distefano, e Carmelo Nicotra, avvenuto a Favara il 23 maggio del 2017 – ha detto il dirigente della squadra Mobile, Minardi -. Michelangelo Bellavia durante le perquisizioni effettuate nella notte, è stato trovato in possesso di tre pistole, e un silenziatore. Dobbiamo capire se è di un fucile o di una pistola. Abbiamo sequestrato anche una cospicua somma in denaro”.
“Quasi sicuramente ci saranno ulteriori sviluppi investigativi – ha aggiunto il questore Iraci -. La prova si può formare in dibattimento, possono uscire altri collaboratori di giustizia. Questi episodi hanno creato un creato un particolare allarme sociale, quindi l’importanza dell’operazione non è tanto per il numero degli arrestati, quanto sulla pericolosità del gruppo, e l’allarme sociale che avevano provocato”.
Le indagini sono state ampliate ad un precedente omicidio, quello di Carmelo Bellavia detto “Melo Carnazza” avvenuto nel gennaio del 2015 a Favara, non contestato con la presente inchiesta, ma che probabilmente è risultato essere all’origine della faida sull’asse Favara-Liegi.
Peraltro, nel corso delle attività tecniche, sono state intercettate delle conversazioni tra alcuni degli indagati in cui si fa riferimento a ulteriori due tentati omicidi, seppur mai denunciati, e su cui fino ad ora non sono stati acquisiti decisivi elementi di conferma, ma che sono comunque indicativi della feroce contrapposizione instauratasi all’interno dei due gruppi criminali in conflitto.
Da evidenziare che le investigazioni sono state caratterizzate da un elevatissimo grado di complessità derivante dalla necessità di dover operare in contemporanea in due Stati Europei, l’Italia ed il Belgio, al clima omertoso e di continuo ostacolo alle attività di indagine, che ha permeato ogni singolo evento delittuoso – paradossalmente anche da parte delle stesse vittime e nonostante la gravità dei delitti commessi nei loro confronti – all’efferatezza criminale e allo spessore delinquenziale dei protagonisti.