Blitz antidroga nella notte a Raffadali. I carabinieri della Compagnia di Agrigento, hanno disarticolato una piazza di spaccio di sostanze stupefacenti. Eseguite tre delle cinque misure cautelari, emesse dal Gip, e disposte dalla Procura della Repubblica. A finire ai domiciliari una persona di Raffadali e due di Favara. Un quarto indagato, un cittadino libico residente ad Agrigento, raggiunto dall’obbligo di dimora, è stato rintracciato in provincia di Roma, dove si era trasferito. Un altro agrigentino, emigrato in Germania, attualmente risulta essere irreperibile. Sono tutti ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Agli arresti domiciliari sono stati posti: Calogero Nocera, 25 anni di Raffadali; Azzurra Luparello, 23 anni, di Favara, e Giovanni Valenti, 47 anni, di Favara. L’obbligo di dimora nel Comune di residenza è stato invece imposto a un libico 33enne Ashraf Sufian. I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede del Comando provinciale Carabinieri di Agrigento, alla presenza del maggiore Marco La Rovere, e del maresciallo Armando Manzo comandante della Stazione di Raffadali. Il giro di smercio di hashish, marijuana e cocaina, si sviluppava nella centralissima piazza “Progresso”.
L’attività d’indagine è stata avviata nei primi mesi del 2019, ha consentito di documentare numerosi episodi di spaccio di droga, avvenuti in strada, anche nei confronti di soggetti minori, che in pieno giorno si incontravano con gli indagati per procacciarsi lo stupefacente. Sono stati acquisiti importanti risultati, in relazione al sequestro della sostanza rinvenuta nella disponibilità dei vari acquirenti. Le ipotesi investigative sono state puntualmente suffragate anche dalle evidenze investigative scaturite dalle attività di intercettazione telefoniche ed ambientali, dove gli acquirenti e gli spacciatori concordavano telefonicamente le modalità, ed i quantitativi di droga da commissionare, utilizzando il classico linguaggio criptico ed ermetico, solitamente adottato da soggetti gravitanti negli ambienti degli stupefacenti. Gli indagati avevano praticamente avviato una vera e propria piazza di spaccio in una piccola comunità quale può essere quella di Raffadali.
Soprattutto la cocaina, a volte tagliata con la Tachipirina, era un business redditizio con quasi trenta grammi venduti al giorno. Una delle basi operative utilizzata dal gruppo era una sala scommesse, risultata abusiva, il cui proprietario è stato denunciato per gioco d’azzardo, e multato 90 mila euro per avere collocato slot machine senza autorizzazioni. Nel corso dell’attività uno degli interessati è stato arrestato con 150 grammi di hashish di ritorno da Palermo, dove si era appena rifornito, mentre altri due sono stati fermati con 20 grammi di cocaina, appena acquistati da un favarese, già noto alle forze dell’ordine, destinatario della misura cautelare. Otto sono state le denunce a piede libero inoltrate all’Autorità giudiziaria nel corso dell’attività.