Si terranno lunedì 17 e martedì 18 agosto, le udienze al Tribunale del Riesame di Palermo per discutere le posizioni dei nove componenti della famiglia Sferrazza, raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, dietro richiesta del procuratore capo Luigi Patronaggio e dei sostituti procuratori Alessandra Russa e Paola Vetro, nell’ambito dell’inchiesta “Malebranche” sul crac del gruppo Pelonero, che ha permesso alla Guardia di finanza di smantellare una presunta associazione a delinquere, finalizzata alle bancarotte fraudolente, per un ammontare di oltre 5 milioni di euro.
I legali difensori hanno presentato il ricorso chiedendo l’annullamento dell’ordinanza e della misura cautelare. Non è stata ancora fissata l’udienza a carico della commercialista Graziella Falzone, 53 anni, di Agrigento definita dalla Procura la “mente dell’organizzazione”.
Nove dei dieci soggetti finiti ai domiciliari sono i componenti della famiglia Sferrazza, noti per essere imprenditori, attraverso il gruppo “Pelonero”, con diversi punti vendita e negozi di articoli per la casa, giocattoli, scarpe, e prodotti natalizi, tra il Villaggio Mosè, San Giusippuzzu, e Favara. Alcune società che controllano doversi esercizi commerciali sono stati sequestrati. Operazione “Malabranche”, perché, secondo l’accusa, la famiglia Sferrazza avrebbe creato delle società, e dopo aver comprato diverse centinaia di migliaia di euro di merce, non avrebbe pagato i fornitori, dichiarando fallimento , non prima di averle svuotate di tutto.
Il principale indagato, il cosiddetto “promotore dell’associazione”, sarebbe stato Gioacchino Sferrazza, 54 anni. Insieme a lui sono finiti ai domiciliari, fra gli altri, anche il padre Gaetano 78 anni, la moglie Maria Teresa Cani 54 anni, i figli Gaetano e Fabiana, di 30 e 26 anni, il fratello Diego 51 anni, e i figli di quest’ultimo Gaetano e Clelia, di 28 e 23 anni. Arresti domiciliari pure per la commercialista Graziella Falzone 53 anni. Applicato l’obbligo di dimora a Vincenzo Lo Cicero 36 anni, Francesco Maraventano 38 anni, e Assuntina Lupo 55 anni.
Devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e vari reati tributari. Gli altri indagati a piede libero, molti dei quali, dipendenti del gruppo “Pelonero”, sono Lorena Argento, Mariella Mamo, Veronica Vassallo, Giulia Di Marco, Ignazio Giacchetto, Cristian Amato, Nicolò Zambuto, Calogera Licata, e Salvatore Noto. La famiglia Sferrazza è difesa dall’avvocato Daniela Posante, mentre Graziella Falzone, dagli avvocati Santo Lucia e Salvatore Falzone.
Avrebbe avuto un ruolo “centrale” nella vicenda proprio la commercialista Falzone, e adesso bisognerà chiarire un aspetto non secondario, ossia se le operazioni che avrebbe effettuato, per conto della famiglia Sferrazza, rientravano nella sue competenze professionali, o andavano oltre per assicurarsi facili e sicuri guadagni, dietro la “costruzione” di atti e documenti di nuove società, e contemporaneamente predisporre gli incartamenti per i fallimenti. Falzone deve rispondere di 8 capi di imputazione, tra cui l’associazione a delinquere e vari reati fallimentari.
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