Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione per la badante cinquantenne di Palma di Montechiaro Silvana Sfortuna, accusata di avere aggredito e sfregiato con l’acido il marito quarantottenne, rimasto gravemente ustionato in varie parti del corpo, simulando inizialmente un’aggressione ai suoi danni e facendolo arrestare ingiustamente. La donna rispende di calunnia e lesioni aggravate con sfregio permanente.
Dopo la requisitoria ci sono state le arringhe di parte civile e della difesa dell’imputata. Il legale della palmese, Giuseppe Vinciguerra, ha chiesto al giudice del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli di riconoscerle l’attenuante della provocazione. La donna, sentita in aula, ha detto di averlo aggredito perché voleva punire i suoi atteggiamenti molesti nei suoi confronti e della figlia. Il 7 ottobre sarà emessa la sentenza.
E’ bastato poco ai poliziotti della squadra Mobile di Agrigento che quella messa in atto dalla donna era semplicemente una messinscena. Il marito della badante, ricoverato per settimane in ospedale in gravissime condizioni al Centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania, si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Calogero Sferrazza. L’uomo disse sin da subito di essere stato aggredito e di non avere neppure toccato la bottiglietta che conteneva l’acido.
Una tesi alla quale, in un primo momento, il gip non ha creduto tanto da disporne la custodia in carcere. La vicenda risale al 5 dicembre scorso. La bottiglietta di acido sarebbe stata acquistata dalla donna in un negozio gestito da cinesi. La stessa donna, che ha riportato ustioni al viso, seppure meno gravi, nel tentativo di difesa del marito, ha ammesso di essersi inventata tutto e di averlo aggredito provando a giustificare il gesto con alcuni episodi di violenza che avrebbe subito da parte del marito.
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