Caro Baldo, ricordo ancora quando, da parroco di San Leone, rompevo i cavoli al Giornale di Sicilia per pubblicare articoli che ti esaltassero, con tanto di fotografia. Riempivamo pagine intere, facendo ingelosire tanti altri preti e, qualche volta, perfino l’arcivescovo Montenegro (un altro prelato che abbiamo esaltato facendogli indossare la berretta cardinalizia). Evidentemente ci avevamo visto lungo e, anche quando diventasti rettore del seminario, continuai a scrivere di te. Ora anche tu sei diventato meritatamente cardinale. Potrei scriverti la solita frase augurale a sfondo religioso, dicendo che pregherò per te e che sarai ogni sera nelle mie preghiere, ma ti dico invece che sono fiero di aver scritto di te, che molti, adesso, senza troppo scherzare, pensano che diventerai Papa. Chissà quanta gente ti ha scritto e ti è stretta attorno perché lo pensa. Chissà quanti ti conoscono veramente e gioiscono per te. Personalmente, non dimenticherò mai quando, in un 25 aprile, non solo comprasti carne dalla tua amata Cammarata per tutti, ma con grande umiltà ti mettesti alla fornaciella per cucinarla. Auguri, don.
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