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Home » L’angolo di don Diego » Auguri al nuovo governo, senza collateralismo, ma sulla scia dell’umanesimo fiorentino

Auguri al nuovo governo, senza collateralismo, ma sulla scia dell’umanesimo fiorentino

27 Maggio 2018
in L’angolo di don Diego
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Parole del Card.  Gualtiero Bassetti,  presidente della CEI, pronunciate alla fine  dell’assemblea appena  conclusa dei Vescovi italiani.

Parole in cui ci sembra perfettamente sintetizzato l’atteggiamento prevalente soprattutto dei cattolici italiani, ma non solo. Anche quello della parte migliore dei cittadini di cultura laica, che senza preconcetti e chiusure ideologiche vivono le regole della democrazia, rispettosi delle scelte  che il popolo esprime nel segreto dell’urna, nel momento solenne delle elezioni, quando il popolo esercita la sua sovranità.

Bando ad atteggiamenti di chiusura preconcetta, ad allarmismi strumentali,  a dichiarazioni destabilizzanti specie da parte di chi  ha ricoperto cariche pubbliche e in un momento in cui i mercati pare proprio che  facciano guerra preventiva; forse –  si dice –  perché hanno davvero paura che finalmente si possa pensare  sul serio agli interessi del  popolo. Tanto, questo primo o poi potrà e/o, forse meglio, dovrà pure avvenire. Chi scrive se lo augura vivamente, al più presto possibile  e nel modo più civile e veramente democratico !

Ed intanto proprio in questa situazione e  sull’attuale scenario  politico, mentre è in corso  un grande  travaglio, ecco l’atteggiamento positivo della Chiesa italiana espresso dal Presidente CEI Bassetti, che formula auguri.

Auguri e propositi di fattiva  collaborazione,  anche se chiarisce,  a scanso di equivoci,   che  saranno evitate forme di collateralismo, per restare come sempre  coscienza critica.

E ciò  a partire soprattutto  dai principi irrinunciabili su tutto quello che è contro la famiglia, la persona, i migranti, verso i quali ultimi ci sarà forse solo da coniugare meglio e con maggiore determinazione    l’accoglienza con la legalità.

Al presidente del Consiglio incaricato,  Prof. Giuseppe Conte, il presidente della Cei addita l’esempio dell’umanesimo fiorentino del lontano passato. Ma sicuramente, con un aggancio ideale   – a nostro giudizio – ai tempi più recenti.

Ed  a scanso di equivoci , chiariamo subito, sicuramente  a quell’uomo straordinario che  per l’Italia fu  Giorgio La Pira  (1904-1977).

Per l’Italia  e soprattutto per Firenze, sindaco in  due periodi particolarmente  travagliati, cioè dal 1951 al 1957 e  poi dal 1961 al 1965.  La cui azione può ancora oggi , nell’attuale  drammatica situazione,  rappresentare un punto assai valido di riferimento  per chi si volesse occupare seriamente  della cosa pubblica in Italia.

Diego Acquisto

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