Su iniziativa del prefetto di Agrigento, Filippo Romano, si è tenuta una riunione con i Sindaci della provincia agrigentina sul tema degli atti intimidatori, insulti sui social ed esposti anonimi, agli amministratori locali allo scopo di un esame congiunto degli ultimi episodi verificatisi ai danni dei primi cittadini, per una riflessione sulle cause alla base dei suddetti episodi e sul contesto in cui maturano questi fenomeni.
Alla riunione hanno preso parte il questore, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri ed il comandante provinciale della guardia di finanza. Diversi sindaci hanno preso la parola e hanno fornito una testimonianza concreta del clima ostile in cui sono costretti ad operare quotidianamente.
In particolare mentre alcuni amministratori, tra i quali il sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, hanno fatto cenno agli attentati intimidatori subiti e denunciati negli ultimi mesi, altri, quali il sindaco di Agrigento Franco Micciché ha rappresentato, dice la nota “nel dettaglio gli episodi di gogna mediatica cui sono stati vittime negli anni di sindacatura in relazione alle scelte di governo operate”.
Durante a riunione “si è affrontato anche il tema della stampa locale quale leva per strumentalizzare il dissenso nei confronti dei sindaci in carica, degli attacchi sui social network che raggiungono livelli di violenza verbale inaccettabili, dei numerosi esposti anonimi indirizzati alla procura della Repubblica e alla prefettura, fino ad arrivare alle aggressioni fisiche ai dipendenti comunali addetti alle attività di sportello”.
Il prefetto in conclusione ha esortato i sindaci “ad utilizzare in maniera più consapevole gli strumenti allo stato vigenti nell’ordinamento giuridico, utili se non al contrasto dell’aggressività verbale, almeno al contenimento del generale clima di violenza, quali il regolamento di polizia urbana, essenziale ai fini della programmazione di politiche di sicurezza integrata e all’attuazione di interventi in grado di incidere concretamente sull’ordine pubblico, quali il Daspo urbano”.
In una nota delle Prefettura di Agrigento si dà conto di una riunione in cui i sindaci della Provincia hanno evidenziato “nel dettaglio gli episodi di gogna mediatica cui sono stati vittime negli anni di sindacatura in relazione alle scelte di governo operate”. Nella stessa nota, si legge che è stato affrontato “anche il tema della stampa locale quale leva per strumentalizzare il dissenso nei confronti dei Sindaci in carica, degli attacchi sui social network che raggiungono livelli di violenza verbale inaccettabili, dei numerosi esposti anonimi indirizzati alla Procura della Repubblica e alla Prefettura, fino ad arrivare alle aggressioni fisiche ai dipendenti comunali addetti alle attività di sportello”.
L’Associazione siciliana della stampa e la sezione di Agrigento esprimono sorpresa per i contenuti di queste affermazioni che in maniera generica colpiscono la categoria dei giornalisti impegnati a raccontare i fatti nel rispetto delle regole deontologiche e dei limiti imposti alla libertà di espressione. Gli amministratori comunali, come ciascun cittadino, hanno diritto a tutelarsi nelle sedi opportune e a chiedere rettifiche alle testate giornalistiche. Non certamente quello di additare un’intera categoria impegnata a informare l’opinione pubblica senza essere costretta a subire censure o limitazioni. L’Associazione siciliana della stampa e la sezione di Agrigento sono al fianco dei colleghi, e lo sarà in tutte le forme, affinché l’attività giornalistica possa essere svolta secondo i principi costituzionali realizzando anche il peculiare compito di “cane da guardia del potere”.