Il Distretto Socio Sanitario D1 di Agrigento interviene con un’azione concreta di sostegno e vicinanza a una delle fasce più vulnerabili della popolazione: gli anziani non autosufficienti.
Con la “Fase 2” del Programma Nazionale per i Servizi di Cura degli Anziani non autosufficienti, l’amministrazione agrigentina, capofila dell’iniziativa, avvia una serie di interventi mirati di solidarietà sociale.
Il progetto, finanziato attraverso il Programma Nazionale PAC del Ministero dell’Interno, ha il suo fulcro nell’erogazione di servizi essenziali per garantire una qualità della vita dignitosa a chi, per età o condizione sanitaria, necessita di assistenza continua. Il piano d’intervento riprogramma l’azione sociale per un importo complessivo di 646.116,28 euro.
Le tipologie di intervento riguardano:
ADI – Assistenza Domiciliare Integrata: 202.214,76 euro
SAD – Servizi di Assistenza Domiciliare: 398.381,50 euro
PUA – Punto Unico di Accesso ai servizi: 45.520,02 euro
Si tratta di una pianificazione dettagliata che vuole evitare l’istituzionalizzazione e promuovere percorsi di cura personalizzati.
Un aspetto rilevante dell’intero programma è l’introduzione del sistema voucher digitale, che consente una gestione trasparente e tracciabile dei fondi, facilitando al tempo stesso l’accesso ai servizi per le famiglie e l’efficienza operativa per gli enti coinvolti. A seguito della Determinazione Dirigenziale sono stati stabiliti i criteri per l’accreditamento degli operatori economici, con scadenza fissata al 7 maggio.
Viene avviata la creazione di un albo ufficiale di fornitori di servizi domiciliari, selezionando una rete di 12 cooperative sociali attive sul territorio.
Le cifre sono indicative dell’ampiezza del progetto: soltanto per il servizio SAD, l’importo di 398.381,50 euro è stato interamente destinato al pagamento dei servizi erogati, come confermano i CIG e le fatture protocollate pubblicamente. Una modalità operativa che rafforza il senso di fiducia tra cittadino e istituzioni, e consente un monitoraggio puntuale dei fondi pubblici impiegati.
Le famiglie coinvolte, spesso composte da persone anziane e sole, potranno contare su operatori qualificati che garantiscono non solo assistenza fisica, ma anche una presenza relazionale significativa. La solitudine, il degrado e la marginalizzazione sono così contrastati attraverso una presenza quotidiana professionale
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