Dopo il successo di “Medea” lo scorso settembre, il Mito torna a riflettersi nella modernità grazie al gesto eroico di Antigone ai piedi del Tempio dei Dioscuri di Agrigento: un luogo ormai consacrato a spazio culturale e teatrale grazie al nuovo ed esclusivo format “I riflessi del Mito” ideato da Marco Savatteri con la fiducia del Parco Archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e del Direttore Roberto Sciarratta.
Il Parco punta su una location nuova, punta sulla Cultura, punta sull’autunno e stravince la scommessa: una folla di gente prima curiosa e poi entusiasta si è riversata domenica 2 ottobre nella piazza delle colonne cadute del Tempio dorico per assistere alla tragedia riscritta e diretta da Marco Savatteri dall’originale Antigone di Sofocle.
Alla fine della rappresentazione standing ovation e commozione generale per una storia universale e tristemente attuale.
Ad apertura dello spettacolo, Ester Rizzo, la scrittrice dell’ormai noto “Camicette bianche – oltre l’8 marzo”, ha letto un messaggio in memoria delle donne afgane e iraniane vittime delle leggi di stato, ricordando quanto il Mito di Antigone si rifletta nelle storie di questi giorni.
Al calar del sole è poi iniziata la rappresentazione, tutta d’un fiato.
Un cast composito di 18 artisti provenienti da tutta Italia, da Milano a Palermo, come il Re Creonte interpretato da Andrea Carli e il figlio Emone alias Lorenzo Massa. La storia di Antigone e del suo riflesso viene incarnata da Chiara Peritore ( attrice ormai Musa di Savatteri) e da Chiara Stassi: entrambe bravissime e commoventi. E ancora Gerlando Chianetta nei panni di un originale Tiresia; Giulia Marciante come Ismene, Gioele Incandela nella guardia e Anna Maria Di Nolfo nella regina Euridice: tutti credibili e degni di nota.
Ascoltiamo il Direttore Arch. R. Sciarratta:
“Devo dire che quando c’è stato proposto avevamo subito intuito che sarebbero stati una serie di spettacoli di successo, in un area della Valle che ci consente di valorizzare al tramonto. Bene sia la prima che la seconda con una rivisitazione in chiave moderna che riguarda temi di grande attualità. Siamo felici e soddisfatti di aver intrapreso anche nuova collaborazione. Savatteri è un talento indiscusso che conoscevamo, ma sono stati veramente tutti bravi”.
Leggiamo le Note di Regia:
“Un’Antigone scomposta e frammentata.
Il potere ha le sembianze di una macchina che tutto fagocita e stringe a sé; ed esso è protetto dalla fortezza delle parole che sanciscono ordine e giustizia. Una giustizia che luccica e scintilla e si erge fiera come un monolite sacro che sfida il cielo. Perché il potere ha bisogno di vertici, altezza e luce. La gente di Tebe è come la gente di tutti i mondi possibili: soggiogata da catene, tuttavia morbide e suadenti, non sa levare la propria voce con prontezza e deve toccare il fondo per fronteggiare l’autorità divenuta dispotica; e chi si ribella deve essere condannato. In questo dramma, antico e moderno e per questo universale, architettato con lucidità e maestria dal nostro Sofocle, c’è sempre spazio per ricostruire e far agire la vicenda di una ragazza che spezza le catene imposte dalla legge di stato. E, nel dipingere questo quadro, voglio immaginare su un piano parallelo le vicende reiterate all’infinito di Antigone, Ismene, Creonte ed Emone che si consumano sulla terra, mentre sotto, giù nell’Ade, Euridice nel suo doloroso silenzio cerca il figlio Emone, per riabbracciarlo; ed Emone cerca lei, la sua amata Antigone. La scenografia è dura e compatta: una piramide di metallo e catene indiscrete che si insinuano come serpenti, i personaggi sono sdoppiati e moltiplicati. Creonte, tiranno e dittatore inadeguato, testardo ma umano, racchiude i caratteri delle egemonie che hanno reso drammatica, vile e vergognosa la nostra storia di uomini; Il coro tragico, infine, odora di popolo mesto e incatenato, prima illuso e poi costretto, manipolato e sempre schiacciato, in uno spazio scenico che sfuma nel ricordo della nebbia di Auschwitz; mentre Ade, paziente, aspetta le ombre di questi uomini vincitori e vinti, nessuno escluso; e sulla terra solo orme vuote, scarpe abbandonate, che restano in silenzio a testimoniare la bellezza e la tragedia del destino umano.”
La rassegna I riflessi del Mito continua la sua avventura con Andromaca, che vedrà la luce a fine ottobre.
Cast :
Ombra di Antigone: Chiara Peritore
Antigone : Chiara Stassi
Creonte : Andrea Carli
Emone: Lorenzo Massa
Euridice: Anna Maria Di Nolfo
Ismene: Giulia Marciante
Tiresia: Gerlando Chianetta
Guardia: Gioele Incandela
Coro:
Giuseppe Condello, Federica Lo Cascio, Giovanni Geraci, Martina di Caro, Albachiara Borrelli, Toti Maria Geraci, Chiara Scalici, Chiara Sardo, Samuele Sciacca, Martina Consiglio.
Costumi valentina Pollicino
Aiuto regia: francesco buccheri
M.T.Service di marco Tumminelli/ Ultrasuoni di Marco Maira
Produzione esecutiva Claudia D’Agostino
Foto di scena: Danilo Sguali
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