In pieno periodo Covid aveva richiesto aiuti previdenziali messi a disposizione dallo Stato, ma gli erano stati negati per un’informativa antimafia della Prefettura di Agrigento. Il Tar ha annullato il provvedimento e consentito a una donna di San Biagio Platani di accedere alle risorse messe a disposizione dalla Protezione civile nazionale nel 2020.L’Ufficio territoriale del governo, in particolare, aveva adottato il provvedimento a causa dei legami familiari della richiedente con un soggetto condannato per il reato di associazione mafiosa, individuato come esponente di spicco della famiglia mafiosa.
La donna si è quindi rivolta al Tar, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, ed ha impugnato l’interdittiva, ritenuta illegittima.
In particolare il legale, ha rilevato che la natura prettamente assistenzialistica degli aiuti richiesti non avessero nulla a che fare con i contributi richiesti per l’esercizio di un’attività economica, la cui erogazione viceversa presuppone la verifica antimafia in capo al soggetto richiedente. Secondo Rubino, quindi, non era necessario nessun accertamento da parte della Prefettura, dal momento che la richiedente non esercitava alcuna attività imprenditoriale e la richiesta di aiuto economico mirava esclusivamente a sostenere il nucleo familiare.
Il Tar Sicilia aveva prima accolto il ricorso in sede cautelare e adesso con la sentenza di merito ha ribadito che le informazioni antimafia interdittive su possibili tentativi di infiltrazione mafiosa riguardano solo gli operatori economici. I giudici amministrativi hanno quindi accolto il ricorso e annullato l’interdittiva, consentendo alla donna di accedere ai contributi.
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