“Adesso basta. Abbiamo sempre creduto e crederemo sempre in futuro nella legalità, ma se la Regione ci abbandona, in spregio alle leggi, noi siamo pronti anche allo sciopero fiscale”. È ormai disperato l’appello che si alza, per conto degli imprenditori del settore dell’edilizia, dalle Ance di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Palermo e Messina e dalla Cna Costruzioni Sicilia. Il recente mancato riaccertamento dei residui da parte della Regione Siciliana, infatti, ha acuito una crisi che dura da ormai un paio di anni nel, dicono gli imprenditori “sostanziale disinteresse della politica e di larga parte delle istituzioni”. La situazione è stata più volte denunciata sugli organi di stampa: le aziende edili che svolgono lavori per conto della committenza pubblica oggi si trovano a non ricevere il regolare pagamento delle fatture, con ritardi che sono ormai consolidate nell’ordine dei 11 mesi. “Stiamo subendo una vera e propria vessazione da parte della Regione, che, inopinatamente e senza mai nemmeno fornire giustificazioni credibili (perché, nei fatti, non ce ne sono), ha ritardato in modo intollerabile il pagamento delle somme dovute per i cantieri in corso – spiegano i presidenti delle Ance territoriali e di Cna Costruzioni Sicilia – Opere la cui inaugurazione è divenuta spesso ‘merce’ da annuncio politico, con tanto di tagli del nastro e conferenze stampa: peccato che poi le aziende siano state sistematicamente lasciate da sole a confrontarsi con i costi da sostenere, peraltro gravati da un incontrollato aumento dei prezzi per le materie prime”. “Anche qualora il riaccertamento dei residui fosse andato a buon fine – continuano i presidenti – si sarebbe trattato di un pannicello caldo che non solo non risolve il problema, ma continua ad alimentare un clima di deresponsabilizzazione all’interno della cosa pubblica: di chi sono le colpe di quanto sta avvenendo? Perché gli unici ad essere stati additati dalla politica sono i dipendenti regionali? Se le attuali procedure di aggiudicazione delle gare, lo abbiamo più volte ribadito, non premiano la concorrenza e la trasparenza, i ritardi sistematici nel pagamento delle fatture rischiano di spingere gli imprenditori a cercare forme di liquidità non legali, in un’Isola che, dice l’Eurispes, è tra i territori in Italia a più alto tasso di usura. Le istituzioni – continuano – non possono chiedere legalità e poi non praticarla”. Così le Ance e Cna Costruzioni Sicilia lanciano l’ipotesi di uno sciopero fiscale con un messaggio chiaro, ma simbolico: “Se tu non paghi le fatture, perché devo pagare le tasse?”. “Si tratta, lo ribadiamo – concludono – di una provocazione: diversamente dalla politica e dall’amministrazione regionale noi siamo obbligati a rispettare le regole”