“Lo stop della riforma sugli appalti rappresenta un’occasione mancata per il comparto. Inviterei in tal senso chi ha ruoli di rappresentanza istituzionale a tenere fuori il settore dalla polemica politica”.A commentare così la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge regionale sugli appalti è il presidente di Ance Agrigento, l’Associazione nazionale costruttori edili, Carmelo Salamone.“Non abbiamo mai risparmiato le nostre critiche, anche dure, alla Regione Siciliana per alcune delle scelte fatte – continua Salamone -, ma dobbiamo riconoscere all’assessore Falcone di aver, sulla riforma del complesso settore degli appalti, ascoltato le categorie (che rappresentano migliaia di lavoratori e imprenditori) e tentato una riforma che rispondesse alle effettive necessità del comparto. È un percorso che oggi si è interrotto e ne prendiamo atto. Ma non possiamo accettare che la stessa politica che nulla ha da dire – o addirittura accoglie di buon grado – provvedimenti come il decreto Semplificazioni il quale, come abbiamo già detto, ha portato ad una riduzione della trasparenza e dei diritti di libera concorrenza per le aziende, stia oggi ad esultare per questa bocciatura sostenendo come l’obiettivo della riforma fosse un modo per ‘lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile’. Oggi, noi, abbiamo invece la netta sensazione che sia la volontà di mantenere lo status quo a rispondere a precise logiche. Voglio inoltre – conclude Carmelo Salamone – chiedere maggior rispetto da parte di certa politica nei confronti dei piccoli imprenditori che, ogni giorno, rischiano e si spendono senza certezza di un ritorno economico per dare lavoro e tentare di produrre sviluppo in una terra che, da questo punto di vista, appare refrattaria al cambiamento e alla crescita”.
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