Studenti delle scuole, universitari, lavoratori: a migliaia sono scesi in strada per spalare il fango dopo l’alluvione in Emilia Romagna. Tra chi si è rimboccata le maniche e ha dato una mano agli alluvionati anche un’agrigentina. Si chiama Carla Dulcetta e da qualche tempo vive a Parma, è volontaria del soccorso alpino. “La mia domenica l’ho trascorsa in quel di Forlì come volontaria- ci racconta- ho cercato nel mio piccolo di aiutare un paese a rialzarsi. La situazione lì è davvero disastrosa, a tratti tragica. In tv non si comprende appieno la portata di questo evento eccezionale.
L’acqua è arrivata in un quartiere ad oltre sei metri di altezza, con una potenza devastante, lambendo le abitazioni al secondo piano e devastando ciò che c’era sotto. Garage e cantine completamente sommerse da acqua e fango, case da cui non si è salvato nulla: mobili, tappeti, arredi, elettrodomestici, ricordi, effetti personali, tutto letteralmente da buttare. In tutto ciò ho visto tantissima forza d’animo, sia da parte di chi ha perso tutto sia in ciascun volontario. Ho visto tanta dignità e compostezza in uomini e donne che vedevano sfumare in mezzo al fango i sacrifici di una vita. Ho visto tanti sorrisi… nessuno si è mai perso d’animo, neppure quando il fango tornava indietro nonostante ore a spalare. Si cantava, ci si rallegrava con battute, ci si incoraggiava a vicenda. L’onda ha travolto tutto, ma non lo spirito combattivo e tenace degli emiliani”.
L‘impegno dei volontari in tutta l’Emilia Romagna è straordinario. Si sono resi disponibili ragazzi e persone meno giovani, uomini e donne tutti pronti a prendere in mano badili e pale per liberare dal fango strade, case, negozi o dare una mano a seconda delle esigenze. C’è chi pulisce, chi si occupa di preparare i pasti nei centri di accoglienza, chi raccoglie le informazioni. E non sono solo professionisti del volontariato già inseriti nei meccanismi della Protezione civile, ma persone qualunque che si sono messe a disposizione chiudendo la porta di casa propria.