Un nuovo ospite nel Mediterraneo
Nelle acque di Lampedusa è stata recentemente pescata una triglia esotica, mai avvistata prima in Italia. L’esemplare in questione appartiene alla specie Parupeneus forsskali, comunemente nota come triglia del Mar Rosso. Si tratta di una specie endemica delle barriere coralline del Mar Rosso e del Golfo di Aden, che ha lentamente ampliato la sua presenza nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. La sua scoperta nelle acque italiane segna un ulteriore passo nella diffusione delle cosiddette specie aliene, ovvero organismi che si insediano in ambienti diversi da quelli originari, spesso a causa di cambiamenti climatici o interferenze umane
Secondo quanto riportato dagli esperti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il primo avvistamento della Parupeneus forsskali nel Mediterraneo risale al 2012 in Libano. Successivamente, la specie ha continuato a espandersi nel bacino del Levante, raggiungendo la Tunisia nel 2016. Ora, nel 2025, è stata segnalata per la prima volta nelle acque italiane grazie all’attenzione dei pescatori di Lampedusa, che l’hanno individuata tra le triglie locali e l’hanno consegnata ai ricercatori per un’analisi più approfonditaL’esemplare catturato si distingue per una banda scura longitudinale lungo il corpo e per una macchia scura vicino alla coda, caratteristiche che lo rendono facilmente riconoscibile rispetto alle triglie nostrane. Il pesce, una volta prelevato, è stato congelato e affidato ai biologi marini dell’ISPRA per valutarne le implicazioni ecologiche
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L’introduzione di una nuova specie in un ecosistema marino può avere ripercussioni significative. Sebbene al momento non siano stati documentati impatti negativi diretti, la presenza della triglia del Mar Rosso potrebbe portare a competizione con le specie native, in particolare con le triglie mediterranee, per risorse alimentari e spazi vitali. In altri casi di specie aliene, come il pesce scorpione (Pterois miles), si sono osservate conseguenze ecologiche preoccupanti, con una progressiva alterazione delle dinamiche alimentari marin.
Inoltre, l’arrivo di Parupeneus forsskali si inserisce in un contesto più ampio di cambiamenti nella biodiversità del Mediterraneo, fenomeno accelerato dal riscaldamento delle acque e dall’aumento della temperatura globale. La cosiddetta migrazione lessepsiana, ovvero il passaggio di specie tropicali attraverso il Canale di Suez, sta ridisegnando l’ecosistema marino della regione, portando alla proliferazione di organismi che prima non erano presenti nelle nostre acque
Gli scienziati sottolineano l’importanza di monitorare la diffusione della triglia del Mar Rosso e di valutare attentamente le sue interazioni con la fauna locale. Per questo motivo, ISPRA ha invitato pescatori e cittadini a segnalare eventuali avvistamenti di esemplari simili e, quando possibile, a conservarli per ulteriori studi scientifici.
Il ritrovamento della Parupeneus forsskali rappresenta solo uno dei tanti esempi di come il Mediterraneo stia cambiando rapidamente a causa dell’interazione tra fattori naturali e attività umane. Gli esperti continueranno a studiare il comportamento della specie nelle acque italiane, cercando di comprendere se il suo insediamento possa portare squilibri negli ecosistemi locali.
L’episodio di Lampedusa dimostra ancora una volta il ruolo cruciale dei pescatori come “sentinelle del mare”, capaci di individuare nuove presenze e di collaborare con la comunità scientifica per la tutela della biodiversità. Il futuro della triglia del Mar Rosso in Italia è ancora incerto, ma il suo avvistamento rappresenta un chiaro segnale dei cambiamenti in atto nei nostri mari
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