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Home » Archeologia » Al via la nuova campagna di scavo alla Villa Romana

Al via la nuova campagna di scavo alla Villa Romana

1 Settembre 2025
in Archeologia, dalla provincia
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Prenderà il via il prossimo 8 settembre una nuova campagna di scavo archeologico presso la Villa Romana di Durrueli di Realmonte. Le attività saranno svolte in convenzione tra il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, l’Università degli studi di Catania, la Scuola di specializzazione in Beni Archeologici (Università di Catania), l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l’Istituto di Studi sul Mediterraneo (ISMed) del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Le attività, che si concluderanno il 4 ottobre 2025, si concentreranno in particolare su alcune zone individuate come particolarmente significative e per le quali si è ritenuto necessario un approfondimento: le analisi serviranno a chiarire le fasi costruttive della villa, le sue successive trasformazioni e indagare le strutture termali emerse nel settore a nord del complesso.

Questa nuova campagna di ricerca infatti fa seguito a un’intensa fase di preparazione e ad una prima attività di indagine svoltasi nel maggio 2024 attraverso prospezioni geofisiche curate da un’equipe della British School at Rome (BSR). Successivamente, nel giugno 2024, si è svolta una campagna di scavi, della durata di tre settimane, che ha visto la partecipazione di circa venti studenti e dottorandi dell’Ateneo di Catania. Queste attività hanno permesso di mettere a fuoco l’organizzazione degli spazi della villa e di comprendere meglio l’esistenza di diverse fasi di riuso delle strutture, in attesa di ricostruire l’intero arco cronologico di utilizzo della villa e l’identità del proprietario di questa affascinante villa sul mare.

La direzione scientifica del progetto è affidata a Daniele Malfitana (Università di Catania e Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Catania), Antonino Mazzaglia (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), Stefania Pafumi (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Studi sul Mediterraneo) e Maria Serena Rizzo (Parco Valle dei Templi).

“Riapriamo il cantiere di scavo alla Villa romana consapevoli dell’importanza che questo complesso residenziale riveste nella storia, politica ed economica, della Sicilia in età imperiale. Un cantiere di scavo – commenta Malfitana – che contribuirà a formare i tanti allievi di diversi livelli (magistrale, specializzazione, dottorato) che partecipano alle attività sul campo e in laboratorio. Stiamo cominciando a capire sempre di più sul funzionamento della villa e dei suoi ambienti e per queste ragioni crediamo sia giunto anche il momento di avviare, grazie alle tecnologie della comunicazione e del digitale, una ricostruzione virtuale del complesso così da abbinare alla scientificità della ricerca un elemento per nulla secondario quale è la disseminazione e la divulgazione di ciò che quell’edificio è stato in antico”.

“La Villa Romana di Realmonte rappresenta un sito di straordinaria bellezza paesaggistica e di grande importanza archeologica – commenta il direttore del Parco Roberto Sciarratta – e ogni campagna di scavi restituisce sempre nuove importanti tessere per ricostruirne il passato. Il nostro impegno, parallelamente all’attività di ricerca, condotta come in questo caso con importanti partner scientifici, è quello di garantire la fruibilità di questo sito che insiste su un tratto di costa amatissimo quale è quello di Durrueli e della Scala dei Turchi”. Le attività di scavo si svolgeranno con la consueta formuladel “cantiere aperto”, che consentirà ai visitatori del sito di seguire il lavoro degli archeologi.​

Cenni storici. La Villa Romana di Realmonte, conosciuta anche come Villa Durrueli, Villa di Punta Grande o Villa di Publio Annio, è un sito archeologico di circa 5000 mq. La sua scoperta, fortuita, avvenne nel 1907 durante i lavori per la costruzione dei binari ferroviari e fu parzialmente esplorata l’anno successivo dal Prof. Antonino Salinas, che mise in luce sei ambienti con pavimenti a mosaico. Gli scavi sono ripresi a più riprese nel corso del tempo, in particolare a partire dal 1979 ad opera di un’équipe dell’Università di Tsukuba (Giappone). Nel 1982-1983, Ernesto De Miro avanzò l’ipotesi che la villa appartenesse alla gens Annia, grazie al ritrovamento di due coppi con cartiglio rettangolare. Studi successivi hanno ulteriormente arricchito la conoscenza del sito.

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Tags: campagnaVilla Romana
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