Iniziano i lavori di risistemazione dell’ex Collegio dei Padri Filippini di via Atenea e i locali che ospitano la Pinacoteca comunale si chiudono al pubblico fino all’aprile del prossimo anno.
Questo è l’intendimento dell’Amministrazione comunale, per consentire l‘avvio delle opere che interessano la pavimentazione e le facciate interne del cortile dell’antico palazzo, nonché i bagni e gli infissi oltre ad opere di adeguamento e di creazione, all’ultimo piano, del museo multimediale della città.
“L’ affidamento all’impresa aggiudicataria è già avvenuto a luglio ma la procedura per la consegna dei locali alla ditta incaricata, non ancora – informa l’assessore ai lavori pubblici Gerlando Principato – in quanto non è stato risolto del tutto il problema riguardante la collocazione, durante i lavori, delle opere d’arte che si trovano all’interno della pinacoteca”.
Non avendo altri locali dove sistemare le opere, l‘Amministrazione pensa ad una chiusura completa della pinacoteca, con la non fruizione da parte del pubblico e dei turisti del patrimonio artistico cittadino. Un patrimonio che è composto tra l’altro dalla “Galleria Sinatra” con le opere di Francesco Lojacono e dalle tante altre Collezioni; dal Castagnolo a quella del Philippone passando per grandi tele e le pale d’altare di fine Settecento situate al pian terreno, compresa quella che è considerata “l’opera principe” di Pietro Novelli, “Madonna che porge il bambino a san Bernardo, frate cistercense” e altre ancora. Per non parlare delle esposizioni di Raffaello Politi e di Tommaso Santella oltre ad opere di arte contemporanea situate nella Sala dei Telamoni. Tutte opere, queste, che rappresentano il grande patrimonio artistico e storico della città dei templi. A livello d’immagine turistica, se così fosse, la città dei templi, subirà un danno non indifferente.
La Sovrintendenza ha dato parere favorevole a che le opere rimangano all’interno dell’ex collegio durante tutto il periodo dei lavori, incaricando l’architetto Elvira Capraro per l’Alta Sorveglianza e la tutela affinché i quadri non vengano danneggiati.
Inutile dire che a risentirne di questa prolungata chiusura sarà, non solo il comparto turistico-culturale ma l’intera comunità agrigentina che dovrà rinunciare alla fruizione della pinacoteca. Per ovviare in parte al disagio della chiusura, nelle scorse settimane vi era stata la proposta del preside della vicina “Accademia di Belle Arti Michelangelo”, istituzione che divide i locali del caseggiato proprio con la pinacoteca dei Filippini e con la chiesa di San Giuseppe.
“L’Accademia – aveva proposto il preside Alfredo Prado, autorevole esponente del mondo artistico – vorrebbe mettersi a disposizione del Comune per l’eventuale esposizione nei corridoi della sua sede, in via Bac Bac, di parte delle opere della Pinacoteca, che dovrebbero momentaneamente e necessariamente trovare altra conservazione ed esposizione nell’imminente inizio dei lavori di ristrutturazione dell’immobile. Questo anche per continuare, almeno in parte, ad offrire a turisti e visitatori del centro storico, quella fruibilità delle opere, inaccessibili al collegio dei Filippini”.
Assolutamente contraria all’ipotesi di effettuare i lavori ai Filippini mantenendo all’interno le opere d’arte è anche l’ex sovrintendente ai Beni Culturali, Gabriella Costantino. Secondo quest’ultima, infatti, si sarebbe dovuto, prima completare il museo civico storico ( di cui da tempo lei ne ha la cura scientifica gratuita) e solo dopo, dare il via ai lavori ai Filippini svuotandolo delle opere.
“I Filippini – afferma la Costantino – secondo un progetto definito da tempo, dovevano essere la continuazione del museo storico. Se a Comune avessero seguito le direttive date, non saremmo arrivati a questo punto. I lavori non dovevano partire così presto. Bisognerebbe che si completi il Museo Civico e solo successivamente passare ai Filippini. Per i completamento de Museo Civico – conclude l’ex Sovrintendente – non ci vogliono più di tre mesi di tempo e il problema sarebbe risolto!”.