Il Prof. Salvatore Distefano, specialista in storia e archeologia della Sicilia antica, ha dedicato le sue ricerche alla colonizzazione greca e alle interazioni con le popolazioni indigene. Il suo studio su Akrai, sub-colonia fondata da Siracusa nel 663 a.C., analizza il ruolo della città nel contesto dell’espansione dorica in Sicilia, la sua struttura cultuale e l’evoluzione urbanistica. Offre inoltre un’analisi approfondita di Akrai come centro religioso e culturale, evidenziandone il ruolo nella colonizzazione siracusana e il sincretismo tra elementi greci e indigeni. L’approccio multidisciplinare dello studioso arricchisce la conoscenza della Magna Grecia, gettando nuova luce sull’interazione tra coloni e popolazioni locali.
Dopo aver sottolineato che Akrai fu fondata per consolidare il controllo siracusano nell’entroterra e occupare una posizione strategica sulla valle dell’Anapo, il ricercatore esplora il legame della città con Siracusa, che rimase saldo, come dimostra la partecipazione della polis alla guerra contro Atene (415-413 a.C.). Esamina poi l’attività di Gerone II nel III secolo a.C. intesa a promuovere un rinnovamento urbanistico con la costruzione del teatro e della plateia, trasformando Akrai in una città ellenistica.
Un altro tema fondamentale del testo riguarda il ruolo della religione, elemento chiave per l’identità della città; come si evidenzia dal culto principale dedicato a Zeus Akraios – il cui epiteto richiamava il carattere elevato del sito – e dagli importanti santuari di Artemide Agrotera, Afrodite e Demetra Kalligenia, oltre al culto di Cibele e delle Ninfe, che – nota Distefano – evidenziano la fusione tra tradizioni greche e indigene.
Un aspetto peculiare della ricerca è costituito dalla considerazione della rilevanza della presenza di collegi sacerdotali e di un oracolo gestito da figure femminili come Tetralea e Maie. Mentre il culto di Afrodite, associato alla figura dell’arconte eponimo, sottolinea il legame tra religione e istituzioni civiche.
Il testo di Distefano non trascura altri elementi significativi, come il sistema viario di Akrai, con la grande plateia, che aveva una funzione non solo pratica, ma anche sacra, servendo come percorso per processioni religiose. Infine, mette in luce i motivi fondamentali di una confluenza religiosa tra greci e siculi che si riflette anche nelle influenze stilistiche delle terrecotte e delle iscrizioni. La ricerca di Distefano su “Akrai: la città, i santuari e il culto di Zeus Akraios” è un ulteriore contributo per Agrigento Capitale 2025 sviluppato nell’ambito del progetto “La mediterraneità della Magna Grecia” coordinato da Ambiente e Cultura Mediterranea cui partecipano 39 ricercatori.
Febbraio 2025
Elio Di Bella
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