Emiliano Bellavia, Gero Iannello e Mariano Cordaro. Sono questi alcuni dei più importanti nomi di calciatori che quasi certamente scenderanno in campo domenica prossima all’Esseneto per la gara di esordio del campionato di Promozione con le maglie dell’Olimpica Akragas.
Sono giocatori, come scrive il GDS questa mattina, molto legati al mister Giovanni Falsone .Faranno parte della prima squadra anche elementi dell’ex settore giovanile dell’Akragas Città dei Templi che hanno indossato con buoni risultati la maglie della formazione Berretti e degli Allievi Nazionali.
Domenica il debutto in campionato, dopo il forfait della prima giornata, contro l’Oratorio San Ciro e Giorgio di Marineo in provincia di Palermo.
«Falsone ha compreso fino in fondo il senso dell’iniziativa di rinascita – spiega l’ assessore allo sport del Comune di Agrigento, Giovanni Amico che è anche il presidente dimissionario della neonata società di calcio – e si è assunto delle responsabilità prima ancora di chiedere garanzie; ciò mi ha trasmesso quelle certezze tecniche e sportive che servivano per completare il quadro e che sono certo riaccenderanno l’entusiasmo ad Agrigento – continua – l’Olimpica Akragas, forte di una vigorosa iniezione di contenuto tecnico sportivo come quella che mi aspetto si realizzerà nei prossimi giorni, potrà conquistare la fiducia dei tifosi e riaccenderà l’entusiasmo per questi colori. Questa è la mia più grande speranza, perché con i tifosi accanto questa squadra potrà veramente ritornare su altri palcoscenici. Questi saranno giorni molto intensi perché prima della seconda di campionato l’Olimpica Akragas definirà i suoi assetti organizzativi, intanto però sotto la guida di Giovanni Falsone, la squadra comincerà a prendere forma».
Amico parla anche del futuro della società. «Non abbiamo ancora definito il nuovo assetto societario ma siamo piuttosto avanti e quasi pronti per farlo; le adesioni che abbiamo raccolto mi danno fiducia perché l’obiettivo di far ripartire il calcio ad Agrigento si realizzi. È stato fatto un lavoro intenso, difficile e a tratti avvilente, ma oggi ho raggiunto il convincimento che ce la faremo. In queste tre settimane abbiamo provato più strade, talvolta sono risultate strade senza uscita. Siamo tornati indietro perché ci avrebbero portato dove non volevamo, ma non abbiamo mai smesso di camminare anche quando tutto sembrava ormai finito».