Non c’è pace per l’Aica. Il Mef chiede di modificare il disegno di Legge che avrebbe concesso alla nuova società consortile idrica dieci milioni di euro per l’avvio delle attività del post fallimento di Girgenti Acque. Il Governo nazionale, nell’ambito del controllo di legittimità degli atti approvati dall’Assemblea regionale siciliana, ha invitato l’esecutivo Musumeci (e l’Ars per l’approvazione finale) a riformulare il provvedimento dello scorso 3 di agosto. “Così per come è stato approvato, l’emendamento non è ammissibile”: il punto centrale riguarda il trasferimento delle somme in prestito dalla Regione ai comuni e, da questi, ad Aica. L’atto così avanzato dall’esecutivo regionale, sarebbe incostituzionale e i dieci milioni di euro promessi da Palazzo d’Orleans per la start up di Aica, si tradurrebbero in una operazione finanziaria, ovvero di un prestito e non di un trasferimento corrente per come era stato indicato dalla stessa Regione.Il deputato regionane, e presidente della IV commissione all’Ars, Giusi Savarino ha evidenziato come, “sin dal momento dell’approvazione del provvedimento, qualche dubbio era sorto sulla validità giuridica”. A questo punto, si allungano i tempi di erogazione delle somme che Aica attende. Savarino ha chiesto al governo Musumeci di prevedere la destinazione di almeno la metà di questa somma “a fondo perduto”. A sollevare perplessità era stato anche il presidente del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle all’Ars Giovanni Di Caro, che adesso tuona: “ Il Mef mette nero su bianco, la norma che garantirebbe il prestito ad Aica è incostituzionale perchè preleva dal fondo per le autonomie locali delle risorse destinate ai comuni e che, in questo caso, verrebbero date in prestito agli stessi comuni. Aica ha bisogno di contributi certi dalla Regione, non di partite di giro incostituzionali. Il governo regionale – ribadisce il parlamentare agrigentino – non tolga ai comuni con i bilanci già dissestati, come prevede questa norma a rischio. Sul personale dell’ex Girgenti Acque poi, non si permetta di speculare sul futuro di tanti lavoratori in apprensione da mesi e avvii una concertazione seria e trasparente, non in chiave propagandistica e ingannevole”.
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